giovedì 4 maggio 2017

10 anni




-      Buongiorno, noi ci siamo già incontrati, mi pare, il suo viso non mi è estraneo.
-      Ha ragione, sono stato nel suo ufficio esattamente il 10 novembre scorso.
-      Vero, ora rammento. E mi sembra di ricordare che allora le interessava cedere un po’ del suo tempo, se non vado errato, in favore di un’altra persona, ed io le ho spiegato che la cosa non è possibile.
-      È così. Ora vengo per un problema diverso, ma sempre legato al tempo. È questo che mi ha fatto entrare ancora una volta da lei dopo quasi sei mesi.
-      Mi dica, intanto, prima di iniziare con la sua richiesta di adesso, ha avuto almeno in parte quello che sperava? A volte i fatti accadono, senza che si debba chiederli agli uffici preposti. Esiste il caso, la fatalità, la coincidenza… esistono tante vie insomma.
-      No. Poco più di un mese dopo mia moglie è mancata per sempre. Quello che entrambi avevamo sperato, cioè una specie di miracolo, non è avvenuto.
-      Sono sinceramente dispiaciuto, mi creda. Per lei intendo, e per il dolore che sta affrontando, immagino. Io potrei dirle che tutto è avvenuto secondo la via migliore possibile, ma lei è libero di non credermi. Le alternative possibili del suo caso non erano preferibili. Ora non lo capisce ancora. Forse lo capirà, o forse non lo capirà mai. Ma mi perdoni. Mi spieghi il motivo che la spinge ora a venire da me.
-      10 anni.
-      Non mi rifaccia lo stesso discorso della volta scorsa, per favore. La risposta sarebbe la stessa. Lo sa vero?
-      Non è lo stesso discorso. Mi lasci spiegare.
-      Sono qui per questo. Ho tutto il tempo necessario.
-      Io chiedo 10 anni, ma possono pure essere un po’ di meno, perché vorrei che mio figlio potesse trovare la sua strada, vorrei aiutarlo, e non essergli di peso. Vorrei sostenerlo economicamente, sinché sono vivo, e non vorrei che provasse troppo presto un lutto come quello che ha vissuto da poco, come la perdita della madre.
-      Vedo che ancora una volta lei si incammina su un terreno scivoloso, dove non è possibile avere certezze.
-      Non mi intestardisco sui 10 anni. Che siamo anche molti meno, so di non essere più un ragazzino. Ma che siano anni nei quali io possa dargli il mio aiuto, quello vero, non solo lamentele, rimorsi, dolore riflesso, inquietudine, paure. Se vede come vivo (viviamo) recentemente lo capisce da solo.
-      Ha ragione. Non vivete bene. Ultimamente poi si sente oppresso anche dalla situazione economica. Non vede sicurezza per suo figlio, e tende a monetizzare cose che non sono monetizzabili. L’amore non si compra e non si vende. Neppure l’affetto, o la stima, o il sentirsi vicini. Ora avete bisogno entrambi uno dell’altro, ma rischiate di farvi male a vicenda. Lei poi sembra più immaturo di suo figlio, se devo essere sincero. Non si sa controllare, a volte si sente perduto, e se potesse fuggirebbe non sa neppure lei dove.
-      Lo ammetto, ma non creda che mi ci diverta. Io tento il possibile, ma dalla vita non ottengo le risposte che vorrei.
-      Non le avrà mai. Quelle che cerca non le avrà mai.
-      Ma neppure un po’ di tranquillità per lui, in modo che possa realizzarsi senza un padre rompicoglioni che tenta di aiutarlo ed invece di farlo realizza solo danni?
-      Ed è sicuro che per lei non vorrebbe nulla? Non le interessano le donne? Non vorrebbe amicizie nuove? Non è interessato a provare esperienze che la potrebbero distrarre in senso positivo?
-      Certo, tutte le cose che mi ha detto mi interessano, ma non mi sento pronto, non per tutte almeno. Inoltre mi preme di più lui. Io la mia vita con mia moglie me la sono fatta, abbiamo ottenuto molte cose e non tutti hanno avuto la nostra fortuna, alla fine, malgrado i lunghissimi momenti di difficoltà di ogni genere possibile  Assieme abbiamo avuto una bella vita. Ora gli anni non servono a me. Servono per lui. Io vorrei essere più forte per lui, resistere più a lungo per lui, avere magari la soddisfazione di vederlo sorridere più spesso per i successi ottenuti.
-      Lei è incredibile, mi creda. Continua a pensare di poter contrattare su ciò che esula da ogni sua competenza. Lei deve fare il massimo di quello che vorrebbe per suo figlio senza rete, senza assicurazione, senza certezza alcuna che le sue azioni avranno successo. E viva i suoi 10 anni (o molti di più o diversi di meno di questi) che le toccheranno, al meglio, senza queste idee strane che si costruisce in testa. Se lei aiuta sé stesso, credo che aiuterà pure suo figlio. Ed ora la devo salutare, mi spiace. Non la voglio mandare via, ma non ho altro da aggiungere, e lei deve capire quello che le ho appena detto. Buona giornata.


                             Mi manchi da morire, Viz.




                                                                                Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana