venerdì 21 aprile 2017

un po’ di pace




Due giorni fa mi hai chiesto di portarti a casa tua. Me lo hai fatto capire come puoi, a modo tuo, nel solo modo che l’ingiustizia della vita te lo consente. Io ci ho pensato e non ho capito cosa mi volessi dire veramente. Io non ti ho mai mandata via da casa tua, le cose sono finite come sono sappiamo e un’amica dice che tu sei ancora qui, che non sei mai andata via sul serio.

Ed allora? Ed allora non mi torna il senso di quello che intendi. Forse che casa tua ora non è come vorresti? Se è così farò in modo di tenere un po’ più in ordine, di lasciare il tuo lato del letto sempre libero, senza appoggiarci abiti mentre li sposto se non per il poco tempo strettamente necessario, come abbiamo sempre fatto, e poi tutto di nuovo al suo posto.
E poi metterò in ordine la cose mie, che aspettano da mesi, e quelle di nostro figlio. Casa nostra deve tornare come ai tempi migliori, non certo come negli ultimi, da conservare gelosamente ma anche da dimenticare.
E poi cercherò di portare un po’ di vita nuova, magari chiamando persone, come non faccio da troppo tempo, ma con calma, dammi un po’ di tregua. Deve tornare ad essere una casa vissuta, accogliente, nei limiti concessi dal buon senso e dalle nostre possibilità.

E poi spero arrivi finalmente un po’ di pace. Che quando nostro figlio parte per un viaggio non mi resti addosso il magone della partenza senza che io possa brontolare con te perché è troppo tardi, perché c’è troppa aria condizionata, perché fanno ritardi, perché, perché, perché… ecco. Questo so che è chiedere troppo. Ritiro. Mi sono lasciato trascinare.

Prometto che farò le pulizie di Pasqua (con moderazione), che cercherò di spostare il meno possibile le tue cose (senza impegni assoluti) e che almeno con lui cercherò di brontolare meno.  Se mi resterà addosso rabbia (e me ne resta sempre troppa) troverò le persone giuste per far capire le mie ragioni, o per dire le cose come le vedo io. Al limite le ignorerò. So che non tutti capiranno. Pazienza. Chi non capirà l’avevo già perso da tempo, non sarà la pietà per un lutto che riporterà all’indietro le lancette della mia storia personale. Ciao, Viz. D’accordo? Io cercherò di fare quello che posso perché casa tua resti casa tua.

                                                                                           Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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