La rosa

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Alla fine poi sono andati per conto loro, come è giusto che sia. Volevano vedere il lago svuotato e stamattina le previsioni del tempo erano migliori del previsto, quindi ho spiegato che noi saremmo stati benissimo da soli, e che non sarebbe stato un problema.

Loro avevano detto che potevamo stare assieme, ma secondo me è stato meglio così.

Noi siamo andati in città come programmato, ho parcheggiato a poca distanza da dove avevamo fermato l’auto l’ultima volta quando eravamo andati per il mercatino, abbiamo visitato il castello, visto che oggi è la prima domenica del mese e l’ingresso era gratuito, e poi abbiamo pure fatto due passi per il centro.

Oggi c’erano gli alpini, ma non li abbiamo visti sfilare. Abbiamo tentato pure di entrare al Muse, ma era troppo pieno e l’attesa non valeva la pena. Tanto c’eravamo già stati assieme, pochi anni fa.

Ritornando sui nostri passi siamo entrati un attimo in quella birreria, senza l’intenzione di mangiare lì. Era solo il mio desiderio di rivedere il posto.

Fuori ho rincorso uno straniero che tentava di vendere rose ai pochi passanti, e l’ho fermato per comprarne una, una sola, rossa. Me ne voleva dare due, ma non mi servivano. La rosa era per te, ovviamente.

A quel punto restava ben poco da fare in giro, e siamo tornati a casa.

Ho preparato il pranzo, ho iniziato a cucinare anche per la cena, perché stasera saranno entrambi qui, poi ho messo un po’ in ordine, ho stirato alcune magliette, ho spostato poche cose nell’armadio, e quando ho finito era ormai pomeriggio tardi. È stata una bella giornata, alla fine, noi due senza altra gente attorno. Vero Viz? E quella rosa mi sembra bella.

                                                                                           Silvano C.©  

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