martedì 21 febbraio 2017

la ragazza




L’hai vista? Ha appena svoltato l’angolo.

Chi dovevo vedere?

Quella ragazza, non mi era mai capitato di vederla così, di solito si presenta in modo molto diverso, o almeno in tal modo quasi tutti la raccontano. Sono quasi certo però che fosse lei, ultimamente inizio a ricredermi su molte cose.

Io non ti capisco per nulla, mi spiace. Non so neppure di chi o di cosa stai parlando.

Stava seguendo con una certa discrezione un uomo che non ho guardato con attenzione. Ho notato solo che lui aveva una borsa di pelle nera, e la portava sottobraccio, non la teneva come si fa di solito con la mano. Lei mi è sembrata bellissima, lo devo ammettere. Se tu l’avessi notata l’avresti certamente apprezzata. Vista di spalle mostrava una meraviglia di culo.

Ecco, peccato allora. Sai che apprezzo sempre questo spettacolo, quando mi si offre. Solo che ultimamente sono un po’ distratto dalle mie cose.

Pensavo l’avessi notata esattamente per questo motivo. Fa niente. Che mi stavi dicendo piuttosto?

Ti stavo dicendo di una situazione difficile che sto vivendo e che mi sta uccidendo. Mi vogliono portare via la casa e sbattermi in mezzo ad una strada. So da poco che il fallimento è ufficiale. Ho avuto la notifica e il nuovo curatore è un certo Michele non so cosa. Mi sono sentito male. Ora sono tutto indolenzito come se mi avessero picchiato. Non dormo più. Mangio solo per l’ansia, e mangio il doppio.

Mi avevi raccontato di tutto questo. Mi spiace. Io però, al posto tuo, cercherei di pensare a mia moglie, ai miei figli, a quello che comunque ho e che in ogni caso nessuno mi porterà via. Sono sicuro che in qualche modo supererai anche questo momento, a condizione che non ti ammali sul serio. Quello sarebbe un vero problema. Tutti gli altri si possono risolvere.
Alzati, andiamo a fare due passi. Camminare ti farà bene.

Io non riesco a pensare ad altro. Ma andiamo. Voglio muovermi un po’.

Si alzano e camminano lentamente. Anche loro arrivano alla fine della via e svoltano l’angolo.  A distanza notano subito che diverse persone stanno ferme, a guardare un fagotto lungo per terra. Alcune invece si muovono, attorno a quel fagotto. Avvicinandosi vedono che si tratta di un uomo, e il primo dei due amici lo riconosce.

Ma è l’uomo che ti dicevo, quello con la borsa di pelle nera sottobraccio. È lui. Guarda la borsa, in mezzo all’incrocio.

Io non l’ho visto prima, ma è chiaro che è stato investito mentre attraversava. Sembra immobile. Ma ti sembra possibile morire in questo modo? Guarda quanto sangue, attorno alla sua testa.

Non lo so. Si muore in mille modi, migliori alcuni, peggiori altri. E anche rimanere vivi non sempre è facile, per chi resta. Ma ecco la ragazza che ti dicevo, eccola, è poco distante, e guarda la scena come noi. Però non sembra preoccupata o agitata come tutti gli altri.

Ma dov’è? Io non la vedo.

Eccola, esattamente davanti a quella vetrina con tutti quei costumi e quelle mascherine di carnevale. Quella bella ragazza, con la giacchetta corta azzurra e quei jeans stretti.

Ma dove? Io non vedo nessuna ragazza. C’è solo una signora anziana, che sembra in lutto, tutta vestita di nero.

Lasciamo i due amici, che forse guardano in posti diversi e non si sono capiti. O forse, invece, guardano la stessa donna, ma la vedono diversamente. È normale del resto che possa succedere. Per alcuni lei aspetta i marinai coraggiosi in fondo al mare, per premiarli di averla cercata e di averle fatto regali, qualche anno prima. Molti l’associano all’amore, e ora ad uno dei due amici probabilmente viene il dubbio che possano essere la stessa persona che muta le sue sembianze secondo il suo capriccio. E lasciamo anche l’uomo steso, per ora, sull’asfalto dell’incrocio. Lui è appena andato via da questo mondo, e non sappiamo chi ha lasciato a piangerlo, se qualcuno ha lasciato.

L’orma sulla sabbia viene subito cancellata dal mare ma rimane fissata per sempre nella memoria del bambino.
Anche se le onde in pochi minuti ne nascondono ogni traccia lui la porta dentro.
 Rimane la sensazione del piede scalzo
che un po’ affonda.
 Resta il fresco dell’acqua salata.
 Ritorna il richiamo della madre che lo vuole più vicino, e non se ne va l’immagine d’infinito della distesa azzurra che porta con se miliardi di piccole a grandi impronte, per raccoglierle, tutte, assolutamente tutte, dall’inizio e sino alla fine.

                                                                                    Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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