sabato 14 gennaio 2017

una foto mancata




Ne abbiamo riso per anni, e l’abbiamo raccontata a molti amici, ma la storia di quella foto mancata credo meriti di essere ricordata anche in altro modo, qui, prima che sparisca nel vortice del tempo.

Eravamo in viaggio ed avevamo trovato un campeggio, per la notte. La tenda era stata sistemata, e siamo usciti con l’intenzione trovare un posto dove cenare. In quel periodo la nostra Lira valeva di più in Grecia che in Italia, e ci potevamo permettere piccoli lussi che in patria non ci saremmo mai potuto concedere. Abbiamo visto il posto, abbiamo avuto dubbi, ma non sembrava particolarmente elegante né raffinato, e ci siamo fidati.

Molti tavoli erano occupati, e tutti mangiavano in modo tranquillo, oppure aspettavano che arrivasse quello che avevano ordinato. Quando venne il cameriere ci portò un menù incomprensibile. Noi avremmo voluto mangiare pesce, e vedevamo in qualche tavolo piatti che ci sarebbero piaciuti, quindi cercammo di spiegarci, e certamente nacque un malinteso, per dirla in modo accomodante. In ogni modo il cameriere se ne andò, ci portò acqua e vino bianco, fresco, credo pane, ed iniziammo ad aspettare.

Io avevo molta fame, dopo un giorno lungo alla guida, ma stranamente il nostro piatto sembrava lento da preparare. Dopo oltre mezz’ora di attesa io iniziai a notare che avevano cominciato a servire anche persone arrivate dopo di noi. Anche tu lo notasti, ovviamente, e per un po’ pazientammo ancora.

Dopo altri dieci minuti iniziammo sul serio ad innervosirci. Sembrava fossimo rimasti solo noi a digiuno in tutto il locale. Tutti gli altri mangiavano allegramente, ovviamente senza pensare a noi.

L’attesa durò almeno un’ora, forse più. Io stavo per pensare di alzarmi ed andarmene, mentre tu mi dicevi di pazientare e che probabilmente avevano avuto un problema in cucina. Il cameriere venne al nostro tavolo, e ci chiese in un italiano improbabile se volevamo una foto. Io non capii esattamente cosa voleva dire, e neppure tu. Spiegai, pensando di aver inteso male le sue parole, che avremmo preferito mangiare invece di farci fotografare, e non ricordo assolutamente come lo dissi.

Il cameriere molto compunto si allontanò ed entrò nella cucina. Meno di un minuto dopo tutte le luci del ristorante si spensero. Io pensai che ci mancava solo un black-out, con la pazienza ormai esaurita.
Le porte della cucina si aprirono, e ne uscì il cameriere con un enorme piatto da portata tutto fiamme e lapilli. Io rimasi stupito di quella scena che non mi aspettavo. La cosa divenne ancora più strana quando il cameriere si avvicinò a noi e, con fare molto cerimonioso, appoggiò il piatto illuminato dalle fiamme sul centro del tavolo. Sul piatto un enorme pesce, forse una cernia, non l’ho mai saputo, tenuto in posizione da un sostegno. Sembrava che stesse ancora nuotando. Quel pesce avrebbe sfamato almeno sei persone, e noi restammo come paralizzati dalla sorpresa, senza sapere che faccia fare, mentre nella sala le luci venivano riaccese e tutti gli occhi erano puntati su di noi.

Iniziammo a mangiare, vagamente preoccupati, con tutti i camerieri, non solo il nostro, che passando ci sorridevano. Mangiammo molto, anche se quello non era esattamente il tipo di pesce che a noi piaceva. Noi avremmo voluto crostacei, o molluschi, non un mostro marino di quel tipo e di quelle dimensioni. Alla fine il conto da pagare non fu enorme, anche se certamente molto salato per il periodo e per il luogo.

Ancora oggi, a ripensarci, mi spiace per quella foto mancata. Ora mi farebbe piacere rivederla. Avrebbe fatto piacere anche a te, ne sono sicuro.

                                                                                                          Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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