sabato 27 agosto 2016

Sono io il colpevole



Basta con le frasi fatte e ripetute sino alla noia, ormai stomachevoli, con le parole di pietà e di vicinanza, con l’invito a donare e a non essere insensibili. Basta con gli immancabili e macabri servizi fatti sulla pelle di chi ha perso tutto o quasi tutto, che sono servizi fotocopia fatti esattamente come con le alluvioni in Sardegna, con le alluvioni a Genova, col terremoto a L’Aquila, col terremoto in Emilia, e mi fermo.  

E, principalmente, basta con le accuse a tutti. Accuse al governo, ai furbi, a chi non ha programmato per tempo la messa in sicurezza, a chi ne ha approfittato, ai giornalisti che fanno il loro lavoro a volte correttamente ma altre volte peggio degli sciacalli, solo per la loro visibilità.

Basta con i social dove ogni idiota dice la sua ed ottiene tanto più seguito quanto più stronzate o falsità dice, spacciando per il frutto intellettuale di un genio i suoi deliri.

Se si cerca un colpevole per i crolli e le tragedie del terremoto delle ore 3.36 del 24 agosto 2016 mi costituisco, quello sono io. Smettete di cercare altri colpevoli ed assolvetevi tutti, in prima persona. La colpa è solo mia.

Sono morte sotto le macerie molte povere persone, poche veramente ricche, da quello che vedo, perché i ricchi hanno la possibilità di comprare o vivere in case costruite con moderni criteri antisismici, o comunque edificate con materiali di buona qualità, seguendo le normali procedure di buon senso da rispettare nelle costruzioni eseguite a regola d’arte. Basterebbe solo questo, la scelta di materiali adatti e il non affidarsi a muri innalzati senza un collante statico corretto (conoscenze che già gli antichi romani possedevano) per evitare tanti possibili lutti.

Sono colpevole, dicevo, perché vivo in una casa non sicura al 100%, perché durante le riunioni condominiali non pianto grane sino a quando non ottengo che tutto sia in sicurezza e certificato da ditte specializzate (e fare i rilievi costa, ma nessuno vuol spendere), perché non mando a quel paese il condomino che di fronte ad una ristrutturazione milionaria, non pagata da lui, rifiuta di pagare, di tasca sua, meno di mille euro per far inserire nella fondamenta un sistema che annulli o riduca molto l’effetto della liquefazione del suolo, cosa gravissima per gli edifici, in caso di sisma.

E sono sempre colpevole perché compro un appartamento che costa un po’ meno esattamente perché è meno sicuro, e perché non mi posso permettere di investire in sicurezza sulla casa ma posso comprare un’auto e su quella, volente o nolente, rispetto i termini delle revisioni e la tengo in ordine.  Sono colpevole se accetto, con la mia casa singola, che il vicino non curi la sicurezza della sua casa, accostata alla mia, e che in caso di terremoto mi coinvolga nel crollo.

Sono colpevole se penso che sia improbabile che un terremoto mi colpisca, e quando poi, una volta che il mio immobile crolla o viene danneggiato, mi metta a piangere accusando la fatalità, la sfortuna, il destino, e non la mia miseria, la mia incapacità di far fronte a lavori di messa in sicurezza, di proteggere, con evidenti sacrifici, me e le persone che amo, oltre a tutto ciò che possiedo. Ecco, credo di essere l’unico colpevole. Non cercatene altri, non accusate altri, la colpa è mia.

                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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