venerdì 26 agosto 2016

Come aiutare i sopravvissuti al terremoto



Se sopravvivi ad un terremoto ed hai la fortuna di perdere solo cose, non la vita, oppure, ed è molto più tragico, perdi anche persone care, ma tu resti, i tuoi valori mutano, e alcune priorità che c’erano prima diminuiscono d’importanza.
Come il malato che ha superato una grave malattia, e capisce cosa prova chi ancora lotta contro di essa, oppure come chi ha subito un lutto, ed ora vede il dolore da dentro, senza bisogno di immaginarlo, così è chi ha vissuto un terremoto.

La vita deve continuare, non come prima, ma deve continuare. Prima di tutto i bisogni elementari, poi i rapporti umani, poi la realtà che prima era la quotidianità, che devi fare di tutto per ripristinare. Poi verranno le ricerche delle responsabilità, si cercherà chi ha speculato, chi ha rubato o mentito, ti chiederai magari se tu per primo avevi fatto tutto il possibile per proteggere te ed i tuoi cari cercando di rendere la tua casa sicura. Ma quello verrà dopo, la necessità primaria è ricominciare a vivere.

E serviranno aiuti, molti aiuti, che dovranno venire dallo Stato, dal volontariato e dalla generosità di tutti. Non voglio criticare, e sarebbe facile, la sistematica risposta alle emergenze e mai la vera programmazione della sicurezza abitativa a livello nazionale. E non voglio neppure dire dei delinquenti che guadagnano sulla nostra sicurezza, per loro dovrebbe bastare il codice penale. Ora mi preme il tema che riguarda gli aiuti economici donati da chi si sente di farlo.

Ho già scritto che non credo alle collette organizzate a livello mediatico, agli sms solidali, ai fondi donati in modo non del tutto evidente nei loro fini. Ho spiegato che il sindaco di un paese colpito è la persona che per ruolo e conoscenze è la più indicata per decidere subito le priorità e che quindi è ai singoli comuni che si devono fare le donazioni, dopo aver capito a chi servono di più. Tutte le altre forme di aiuto non sono altrettanto rapide, e rischiano di passare troppi mesi prima che una donazione di oggi sia utilizzabile dai destinatari che avevamo in mente. Sarà lo Stato ad intervenire per coprire eventuali differenze eccessive tra alcune realtà ed altre.

La soluzione è il bonifico bancario, l’unica immediata, che arriva il giorno dopo il nostro ordine. Io voglio raccontare un episodio, di non molti anni fa, a questo riguardo. Erano stati colpiti da terremoto vari comuni ai quali sono affettivamente legato. Mi sono recato in banca per alcuni bonifici mirati e per un importo perfettamente accettabile rispetto alle mie disponibilità. Ovunque si diceva di eseguire queste operazioni, e che non ci sarebbe stata commissione. Nel mio caso invece ci fu la commissione. Chiesi stupito come mai questa cosa e la risposta fu demoralizzante. Nessuna commissione solo se effettuavo il bonifico sul conto corrente consigliato dalla banca. A quel punto non ho detto nulla, ma sono uscito incazzato, dopo aver eseguito senza alcun pentimento le operazioni che avevo programmato.

Ho pensato, forse sbagliando, ad una forma di mafia pure nella gestione della solidarietà. E sono sempre più convinto, quindi, che gli sms solidali, le campagne che pubblicizzano un generico numero di conto o altre iniziative simili debbano essere ignorate. Io voglio scegliere a chi far arrivare domani stesso quel poco che decido oggi di donare.

                                                                                      Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

2 commenti:

  1. ciao, mi hai fatto fare la ricerca, per capire che fine abbiano fatto le raccolte precedenti, nel 2009 con il terremoto dell'Abruzzo vennero raccolti via SMS 68,300 milioni di euro, un mare di soldi, usati per un progetto di microcredito costato 470 mila euro solo per farlo partire, e di cui forse i benefici reali non si sono mai conosciuti, ed allora ho pensato di fermare la mia ricerca, con quei soldi si ricostruire Accumuli, o tanta Amatrice. condivido il tuo pensiero, il contributo deve essere diretto. Un pensiero di vicinanza a chi ha perso la roba e il cuore, ma questo chi è nel bisogno lo sente vicino. grazie

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  2. grazie lo dico io...con grande tristezza e rabbia e sensi di colpa...

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