sabato 6 agosto 2016

Avamposto Dreyfus

Per dirtela tutta sono stanco di tentare di indovinare dove stiamo andando, dove tutti stiamo portando il futuro nostro e di chi verrà dopo di noi, e vedo che ben pochi lo sanno fare.
In troppi sono interessati a far volgere a loro vantaggio e nel breve periodo ciò che viviamo quasi tutti con grande incertezza. Non voglio parlar troppo male degli opinionisti furbi che pur di trarne un beneficio non esitano a spargere veleno e a spingere chi li ascolta in territori pericolosi (solo un pochino, quello sì), dai quali i furbi sanno come fuggire, gli altri no. Coltivare la paura altrui non mi piace. Neppure voglio leggere libri di chi è morto suicida, per essere franco (anche se ci sono alcune importanti eccezioni), perché non ho alcun desiderio di deprimermi o trovare giustificazioni nel loro gesto facendomi venire l’idea di imitarlo. Li rispetto tutti ma cerco spinte positive, che offrano prospettive, e tra queste la morte non è contemplata. La morte verrà quando vorrà, non serve che io la inviti prima del momento che lei sceglierà.

Ho trovato un metodo sicuro e garantito per arrivare al futuro che vorrei. Oltretutto il nuovo mi affascina da sempre, e quindi dare la giusta importanza alle persone ed alle cose che ne valgono la pena diventa essenziale. Questo metodo consiste nel sapere prima come finirà, e, ovviamente, senza affidarmi a lusinghiere cartomanti o conoscere effettivamente gli avvenimenti di domani.

Leggo il passato, cerco di scavare in quello che è avvenuto. A volte cercando nei miei ricordi e facendoli riaffiorare, ma più spesso individuando fatti o persone che mi possono aiutare.
Ed allora mi spingo al settecento, al cinquecento, arrivo anche all’anno mille, e scopro cosa è effettivamente avvenuto in qualche occasione specifica che quasi certamente chi visse quel tempo non ebbe modo di comprendere in tutte le sue implicazioni.
Indagare nella vita di un ferrarese durante il ventennio fascista, in quella di un roveretano del settecento, nella storia di un palazzo o di un museo, sulle cause che portarono ad una tragedia, sulle lotte di potere camuffate da guerre di religione, questo è possibile farlo, oggi. Abbiamo fonti, anche con posizioni diverse, e le fonti sono confermate da ciò che è avvenuto dopo.
Non è esattamente come leggere un giallo conoscendone già la soluzione, è molto meglio. È trovare un modello di lettura possibile ed applicabile a quello che avviene oggi. Poi ovviamente il nuovo stupisce chiunque, e stupirà, è molto probabile, ma sino ad ora la storia ha riprodotto quasi sempre poche modalità innovative e molte ripetitive. La mente umana ragiona con i soliti cinque schemi rigidi e codificati, sempre che non si abbandoni al semplice istinto, perché in quel caso non siamo tanto diversi da una lucertola.

La sola scelta utile è restare saldo nel mio avamposto Dreyfus, e non perché di quell’affare poi si seppe esattamente come andò, quanto piuttosto per il fatto che Clouseau alla fine riuscì, a modo suo, a spuntarla, e per il motivo non meno importante che non bisogna mai prendersi troppo sul Serio.

                                                                                                             Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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