sabato 2 luglio 2016

terrorismo




Lo capisco, è una riflessione minima, carente e non so quanto corretta, tuttavia provo ad esprimerla.
Non dobbiamo, o meglio non dovremmo, aver paura del terrorismo.
Il terrorismo è la guerra combattuta da chi non ha altri modi per tentare di vincere, è una guerra, sicuramente, come sono atti di guerra le imboscate contro eserciti molto più potenti. 
Alla fine tuttavia è la forza maggiore che vince. 
Gli stessi kamikaze (termine usato a sproposito per descrivere alcuni di questi terroristi) sono stati l’esempio di una reazione disperata (oppure per obbedire ad un codice d'onore medievale) contro la sconfitta imminente del Giappone che era in guerra con gli Stati Uniti.  
I kamikaze sono morti per nulla, nella mia ottica, perché non hanno fatto vincere la loro Patria.
Il terrorismo vive ora di vita mediatica, di annunci in rete, in televisione, sui giornali. Vive grazie, anche, alla globalizzazione.
Terrorismo poi non è sinonimo di terrore o di paura. La paura è sana, un pò meno lo è il fratello maggiore, il terrore, tuttavia sono entrambi campanelli d'allarme che tutti i veri coraggiosi conoscono bene, e chi ha coraggio non è senza paura, ma la conosce, la combatte o l'affronta. 

La mia riflessione è statistica, solo statistica. Che probabilità ha un cittadino del mondo di morire per atti terroristici e che probabilità ha invece di morire per incidente stradale, o per uso di droghe e alcol, o per ingiustizie dovute a cattiva distribuzione del cibo, cioè per fame o malattie connesse alla scarsa alimentazione, o peggio, dal punto di vista logico, per eccessiva alimentazione?
È più facile oggi per un italiano morire per un incidente alla guida di una potente moto che non per un atto terroristico in un qualsiasi Paese del mondo. Eppure quanto si parla dei morti italiani per terrorismo, e quanto dei morti alla guida di una moto?

Forse l’unica soluzione è difendere la nostra civiltà anche contro il razzismo interno, esportare non la democrazia ma il rispetto per gli altri senza rubare risorse e materie prime altrove o sfruttare persone sui nostri campi come manovalanza in nero per raccogliere pomodori o in paesi stranieri, dove il lavoro costa meno ed ha meno diritti
Io ho più paura delle reazioni al terrorismo del terrorismo stesso.



                                                                                                                            Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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