mercoledì 20 luglio 2016

preistoria e storia




Secondo quanto si impara sui testi scolastici o si trova nelle definizioni enciclopediche la storia inizia con la scoperta e l’utilizzo della scrittura, e, ovviamente, della lettura, cioè della trasmissione del sapere mediante codici e rappresentazioni condivisi.
La cultura umana fa così un salto di qualità e si inizia a parlare propriamente di storia, ma la questione è legata solo ad una nostra definizione, visto che noi abbiamo bisogno di classificare, nominare, separare ed individuare.
E allora i nomadi, che hanno una tradizione essenzialmente orale e non scritta, appartengono alla storia?

Certo che la situazione è quantomeno buffa, a vederla da un certo punto di vista. Persone che hanno capacità e conoscenze, abilità superiori in certi campi a quelle di molti altri, si trovano esclusi da un mondo di vincitori, di fruitori di biblioteche, di testi in rete e quant’altro.
La frase “la storia la fanno i vincitori” credo si possa leggere anche in un’ottica diversa.

Chi non sa leggere e scrivere è un perdente che non può trasmettere la sua cultura secondo i canoni che ci siamo dati, ed è un emarginato, che appartenga ad una etnia particolare, ad un gruppo sociale più o meno ampio, o che semplicemente non abbia avuto possibilità o volontà di studiare la scrittura. 
La scuola pubblica, quando funziona, e quando permette a bambine e bambini di imparare, è un’arma formidabile di emancipazione sociale.

Chi sa scrivere e leggere poi non sempre ritiene che gli altri abbiano diritto alle stesse opportunità, o meglio, per essere più esplicito, alcuni ritengono che sia conveniente che la cultura (da millenni legata alla scrittura) non si diffonda troppo, e con essa i privilegi che ne derivano.  
Voglio fare due esempi per far capire il concetto (senza far nomi, ma ognuno può benissimo intuire di chi parlo).
Esempio uno. La moglie di allora di uno degli italiani più ricchi e proprietario di varie reti televisive non voleva che i figli perdessero tempo guardando la televisione.
Esempio due. Uno degli uomini più ricchi del mondo, fondatore di un impero legato al mondo dell’informatica, non voleva che i figli trascorressero al computer più di un’ora al giorno.
Vedi Antonino quel bambino come è maleducato e pure vestito male, brutto e grasso? Tu lascialo perdere, gioca con Marcella, è una bambina carina ed intelligente, e poi è la figlia di un mio carissimo amico, il notaio Venuti.

Tutto chiaro? Penso di sì. A noi piace dividere la storia evolutiva umana in periodi, ed uno di questi lo abbiamo definito preistoria (pre-storia), ma il cammino della specie umana verso il futuro che l’aspetta non ha bisogno di separazioni nette da sillabario anni trenta, e la vera sfida è tra chi vorrebbe frenare una parte di umanità e chi, invece, vorrebbe un progresso libero e non imposto per tutti. Sembra solo una questione accademica, ma è la vita nella quale stiamo tutti immersi ora.

Ti racconto una storia
E prima di questa storia?
C’era un’altra storia.
E prima di quella storia?
….

                                                                                                                            Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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