giovedì 7 luglio 2016

Gioca bambina, gioca ancora

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Giocare è come tornare dove si era partiti, all’inizio, in un mescolarsi di tempo e spazio. Ecco perché è sempre bello giocare, e si gioca senza pensare all’età che si è raggiunta, giocando, perché giocare fa dimenticare l’età.

Credo sia la malattia più bella possibile, tra la tante che ci possono capitare di ben più gravi. Il gioco è il lavoro più serio al quale si dedica una bambina, quello nel quale si concentra e investe la meraviglia e la realtà. Poi la bambina cresce, come tutte (come quasi tutte, è più triste dire), e solo se sono fortunate, le bambine, restano con una parte di loro sospese in quella fase, pur diventando adulte ed affrontando le difficoltà, le scelte e le cattiverie del mondo.

Per loro, piccole, giocare con un pennarello, un animale, amiche, femmine o maschi che siano, o da sole, inventare situazioni, immaginarsi nello spazio, a combattere, a giocare a calcio, a diventare ciò che vorrebbero essere da grandi rimarrà centrale, anche dopo anni e decenni.

Il tempo le porterà, poi, a diventare dottore, autiste, infermiere o avvocate. Alcune andranno lontano dall’Italia, a cercar fortuna e riconoscimento che qui non riescono ad avere, altre rimarranno, forse più fortunate, forse no. Alcune smetteranno di giocare perché la vita non con tutte è ugualmente giusta, o disponibile. Non credere che ognuna sia artefice del suo destino, questa è una mezza verità, ed una vera mezza ma grossa bugia. Conta molto la volontà, è chiaro, o l’impegno personale, ma ora sai benissimo quanto vale la famiglia in cui sei nata, o la tua eredità genetica, o il Paese del mondo che ti ha vista venire al mondo. Che artefice del proprio destino potrà mai essere la bambina che muore di fame, o quella costretta a diventare soldata, perché mi cominci a capire, ora, stai cominciando, lo so. Prima avevi forse dubbi, ma ora inizi ad intuire.

Immagina un mondo nel quale la bambina veda il plurale dei nomi declinato sempre al femminile quando comprende femmine e maschi, o che in ogni lavoro o professione o titolo il neutro comprensivo di femmina e maschio sia sempre il femminile. Alcuni esempi? Certo, te li devo fare:

Alice e Dario sono venute ieri a portare quel pacchetto.
La Capa di Stato ha ricevuto l’ambasciatora dell’Arabia Saudita in visita ufficiale.
Le conquiste delle lotte delle operaie hanno permesso a mio padre di ottenere una maggior sicurezza sul posto di lavoro.

Tutto chiaro ora? Eppure non so se il Mondo voglia esser Terra, non lo so.
So però che per noi, ora, ciò che sembra naturale, stabilito ed immutabile è solo convenzione, dura a morire, ma che inizia a dare alcuni segni di cedimento. Le parole sono importanti, con le parole ci raccontiamo la vita ed i sogni, quindi gioca bambina, gioca ancora.

                                                                                                                            Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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