venerdì 26 febbraio 2016

Monologo (breve)



Siccome fosse

Voce recitante: Ugo Maria Inerpicato degli Arazzi
Musica: Ugo Maria Inerpicato degli Arazzi
Scena: Ugo Maria Inerpicato degli Arazzi
Testo: Ugo Maria Inerpicato degli Arazzi
Regia: Ugo Maria Inerpicato degli Arazzi

-        Atto unico  -

Ebbene, voi che pensate, che io sia impazzito? L’Arazzi dei pazzi meditate? E allora siete savi voi, che siate savi e compiaciuti, voi, guidati da pietà o ragione, d’integro intelletto e assidui delle strade sicure.
Io mi perdo nelle vie più larghe e battute, mi lascio distrarre dai mille stimoli che offrono, soffro di solitudine tra la folla e vedo ovunque la bellezza che esclude, la ricchezza ostentata e volgare, la grazia inarrivabile, il dolore dal quale rifuggo e le miserie, le miserie, le miserie infinite e tremendamente umane.

Mi vedete stanco, senza l’energia di un tempo? E voi pensate forse d'essere eterni? Sono Ugo, per mio padre, e Maria, per mia madre. Degli Arazzi per decaduta nobiltà, ormai un vezzo, lo confesso, ma dentro lo sono, eccome se lo sono. Inerpicato per merito di mia nonna, per suo grande merito. A lungo ho nascosto questo nome col quale mi chiamò solo lei, ed ora non saprei neppure dirvi perché così decise. Lascio a voi ogni ipotesi e solo aggiungo, ad onore del vero e come ausilio, che come tutti i ragazzini amavo molto gli alberi, quelli carichi di frutti aspri ed ancora acerbi. Fui ragazzino, certo, ed avevo l’energia perpetua di chi non dorme mai oppure crolla all’improvviso per poi ricominciare, in un’infinita girandola di silenzi e grida, di ginocchia sbucciate e scoperte essenziali.

Tu che ora mi guardi con divertimento, cosa ti fa sorridere? Ti rivedi un paio di decenni fa, immagino, perché la tua è stata certamente una vita unica, come la mia, o come quella della signora accanto alla quale ti trovi a sedere. Io sono Inerpicato, ma tutti lo siamo, rifletti. O lo siamo stati almeno, per una stagione più o meno breve. Quella stagione che si imprime, indelebilmente, e poi passa, lasciandone il ricordo. Per 7 anni fui in quel luogo, per i successivi 9 mi spostai, di poco, poi ancora via, per vari anni, sempre pochi, a volerli contare, eppure densi, pregni, inestricabili. Non ti dirò di quel luogo dove iniziò, solo devi sapere che ora è mutato. Sono mutati tutti gli altri, poi, eppure il tempo scorreva con velocità diverse, è questo che mi stupisce ogni volta, e non dire che tu non lo hai notato. Se ciò non è avvenuto, ancora, ringrazia la fortuna.

Non vi racconto nulla? Dico cose senza un senso compiuto, senza un filo logico, e non capite dove intendo arrivare? È esattamente così. Il vero senso è il non senso. La regola è che non c’è regola. Domani questo, se mi capiterà di ripeterlo, lo esprimerò con altre parole, forse dimenticherò completamente una cosa importantissima, o magari aggiungerò osservazioni geniali che oggi, per voi, non ho pronte. Non vogliatemene, perdonatemi anzi di avervi delusi. Io vorrei sparire nel momento della mia massima espressione, celarvi la decadenza inevitabile, non lamentarmi mai delle ingiurie, come un beota allegro in una festa cronia. Vorrei saperlo però quando sarà il momento. Questo è difficile capirlo, non è il destino di tutti.

Ed ora, prima di lasciarvi tornare finalmente alle vostre abitudini, due sole parole sulle note che avvertite in sottofondo. Le ho rubate, non sono musica mia, anche se così ho scritto in quanto avete letto. Siccome fosse però. Fingete sia mia. La musica, le note e tutto ciò che ci fa sognare, anche se arriva da altri, diventa nostra, ed è solo così che ci colpisce, si fa largo ed occupa uno spazio dentro di noi. Allo stesso modo è vostra, esattamente allo stesso modo, ma soltanto se anche a voi regalerà quelle emozioni, o altre.

Quindi rispetto la promessa di brevità. Ciò che ho detto sparirà, e se non succederà sarà diventato vostro. Grazie, allora. È la sola cosa che mi resta da dirvi.

(inchino, sipario… )  


                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

2 commenti:

  1. non dico di no, ma in questo momento non ho tempo per nulla o quasi...grazie, però, sei gentilissima, Monica... Silvano

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  2. WordPress ha regole sue... io non mi ci trovo... non so che dirti...solo che mi spiace, e grazie, in ogni caso...

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