martedì 5 gennaio 2016

vien di notte




Sono le ultime ore di preparativi, e ti stai facendo bella. Bella come solo tu sai essere e come nessun’altra ha il coraggio di mostrarsi. Qualcuno ti prende in giro e tu nemmeno ti preoccupi di vedere chi è quello stupido, sei troppo presa dai tuoi impegni, e stasera è la tua sera, stanotte è la tua notte.

Prima di tutto cerchi le tue scarpe, quelle delle grandi occasioni, quelle non firmate e non alla moda. Nulla di sexy o di appariscente, niente tacchi da modella, niente lustrini o stelline, no, quelle rotte, esattamente quelle che hai usato l’anno scorso, e l’anno prima. E quello prima ancora. Se dovessi dire che so chi sei sarei un bugiardo, ma un pochino sono convinto di conoscerti, perché da bambino qualche volta sei venuta a trovarmi, ma quelli erano altri tempi, e il tuo grasso amico della notte prima di Natale non aveva ancora invaso con la sua presenza quasi ogni spazio ed ogni momento, come in questi anni recenti.

Poi cerchi la sottana, e vuoi proprio quella vecchia, scucita e con le toppe. Sei incredibile, lo ammetto. Stasera scegli solo le cose migliori che possiedi, come quello scialle pieno di buchi, il fazzolettone da mettere in testa di un colore indefinibile, o forse deciderai stavolta di usare un cappellaccio nero per coprire i tuoi capelli che per l’occasione sono bianchi, e poi gli occhiali, mentre ci vedi benissimo, lo so, più di me sicuramente. Metti pure la crema per le rughe (per farle venire, ovviamente), vuoi rispettare la tradizione, e quando finalmente sei pronta ecco lì il sacco, con i pacchettini già infiocchettati, il carbone, le arance e le caramelle, un trenino ed una bambola, un pallone ed una scatola di costruzioni di legno. Se ti fanno notare che non si regalano più queste cose sorridi, e non perdi tempo a spiegare che sono proprio quelle che mancano ed il tuo compito è quello di mettere a posto le cose. Nel sacco hai anche tanti sogni, pronti, e quelli non occupano molto spazio.

Infine eccola la scopa col manico un po’ storto, quella di saggina, che quando finalmente è il momento di partire ti fa assomigliare ad una strega, e la cosa ti diverte moltissimo. Sai bene che le streghe non sono mai esistite, ma vuoi imitarle, per ricordare le tante sventurate e i tanti sfortunati che furono perseguitati e morirono solo per la superstizione interessata del potere. Ti sembra di restituire loro un po’ di quello che furono costrette, specialmente le donne, a perdere, in quel medioevo che non vuole ancora lasciarci.

Posso dirti che sei bellissima, anche perché assomigli ad una strega e perché cerchi di portare non solo regali come premio, ma anche carbone, perché non tutti sono buoni? Non ti fai impietosire troppo, e passi ogni tanto a spiare dietro le finestre, ti informi, cerchi di aiutare con quello che hai nel sacco, non solo di aggiungere cose inutili ad altre cose inutili. Peccato che stanotte non busserai alla mia porta, befana, sono un bambino troppo cresciuto ormai. Che peccato però. Io avrei una cosa da chiederti, un bel regalo. Che dici, posso aspettare pure io, stanotte? In fondo un po’ bambini lo siamo tutti.


                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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