mercoledì 27 gennaio 2016

La borsa per il viaggio

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Prima la borsa. Sempre quella, in plastica imitazione pelle, in due tonalità di marrone, simile ad una borsa per il tennis, con tanto di due scomparti ai due estremi, i manici leggermente consumati e con la cerniera che potrebbe cedere all’improvviso? Sì, per ora va bene quella, ancora. Alcune cose dentro ci stanno sempre, pronte, in attesa, non si sa mai quando bisogna partire.
Già, nessuno è in grado di dire quando bisogna partire, ed è quello il motivo che mi rende tanto ostico ed innaturale programmare, prenotare, stabilire una scadenza, fissare una data. Poi ovviamente cedo, ed ho ceduto già tante volte, in passato. Un tempo, devo dire, questo tipo di previsione di quanto avrei fatto lo vivevo in modo diverso, con più serenità. Prenotavo persino per me e diversi altri in vari teatri per ogni genere di spettacolo ci potesse interessare: prosa, balletto, concerto o recital, e poi facevo l’abbonamento, oppure decidevo la data per un traghetto. Altri tempi. Ora mantengo meno impegni fissi, ma il viaggio rimane, anche se breve, e a volte lo decido il giorno prima, se non è addirittura un’emergenza. E poi che tipo di viaggio sarà?

E nella borsa cosa? Già. Un piccolo sacchetto con un paio di ricambi di biancheria, soldi in una tasca, un astuccio con penna, matita, piccole cose utili come un coltellino. Gli immancabili occhiali, anzi, meglio due paia. E un paio di libri, mai letti, diversi come genere e dimensione fisica, per coprire un po’ le possibilità variabili del mio umore. Un’agenda, le chiavi, uno spazzolino, e se serve, una piccola busta con gli oggetti da bagno. Un asciugamano, e poi spazio vuoto, da riempire di corsa, se serve, con le cose di stagione. Ogni stagione della vita prevede viaggi, verso luoghi più o meno noti, a volte del tutto sconosciuti, a volte neppure luoghi.

Non è la meta, forse neppure il viaggio, ma l’idea del viaggio, prima di ogni cosa, a tenere la mente occupata. La meta rimane nello sfondo, è il punto previsto o prevedibile di arrivo, la preparazione è ora, in parte già iniziata ed in attesa di un via, ed in mezzo il viaggio. E durante il viaggio la borsa, per lo più, è un semplice involucro con piccole cose, un bagaglio da appoggiare o da mettere con cura per far sì che mi segua. La borsa è una sorta di sicurezza materiale di soddisfare ipotetici bisogni. Alcuni viaggiano con quasi nulla, magari con una carta di credito e basta, altri senza neppure quella. Il cellulare, poi, quello per essere raggiungibile, per poter chiamare, ma solo per quello, e magari, per quello, pure un ricambio, al seguito, spento, ma pronto ad intervenire al bisogno. Il cellulare però non fa parte strettamente del viaggio, è una presenza costante quando esco di casa, non rende l’atmosfera.

Il viaggio è quello che prevede saluti, una certa ansia o desiderio di arrivare, non sono due passi attorno a casa, e neppure per una commissione. Il viaggio, e la borsa che lo segue, se è possibile, sono altro.

                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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