mercoledì 23 dicembre 2015

parola

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Con la parola ti racconto mille bugie che ti incantano, ti spiego un teorema, ti dico di una persona che non c’è più, ti offro il mio amore e ti faccio sapere quello che voglio che tu sappia. Ma tu capisci esattamente quello che vuoi, non quello che voglio, e la mia parola fallisce se tento di nascondere ciò che il mio sguardo e tutto il mio corpo ti dicono per conto loro.

Nulla di nuovo, tutti lo sanno, solo i bambini pensano che sia possibile nascondersi mentendo, e solo i grandi attori lo sanno realizzare, nella vita di tutti i giorni, ottenendo l’effetto voluto.

La parola sa curare ogni tipo di malattia, assolutamente ogni tipo. Non da sola, certo, ma è un elemento essenziale della cura. La parola e la persona che la pronuncia diventano una sola cosa, e la forza di quest’unione merita rispetto, e non deve mai essere sottovalutata. Io associo ancora qualche singola parola pronunciata tanti anni fa al viso che l’ha pronunciata, alle emozioni che mi sono arrivate, al messaggio che conteneva.

La parola scritta ha un valore enorme, ma è un po’ diversa. Senza la scrittura noi non saremmo quello che siamo ora, letteralmente non esisterebbe la storia, quindi quella è uno strumento fondamentale, ma diverso. Ogni libro che si legge trasmette un mondo, ma è altro dal sentire la parola e vedere il viso di chi la pronuncia. Ora siamo in una fase ancora diversa della nostra evoluzione. Possiamo metterci in contatto direttamente con persone senza vederle, solo con le parole, e non come avveniva un tempo, con i rapporti epistolari, bensì con una immedesimazione molto maggiore ed una presenza che le lettere di un tempo non potevano permettere.

Questa nuova modalità di pronunciare parole crea mondi reali che prima, anche solo un decennio fa, non esistevano. Ho usato volutamente il termine “reali” perché riguardano persone reali, non “virtuali”. Nulla è virtuale in un social, ad esclusione dei profili automatici, i cosiddetti fake, che però restano un fenomeno ancora marginale.
E così capita che le parole scritte diventino molto simili a quelle pronunciate, anche se non ancora la stessa cosa. Capita anche che si possa ottenere aiuto da qualcuno che vive ad una distanza notevole, magari anche in un altro continente, in qualche caso, e padroneggiando le lingue.

Io non so cosa pensare veramente di tutto questo. Mi limito a riflettere sul fatto che scrivo, come in questo momento, che cerco di organizzare le mie idee, che le affido ad un mezzo virtuale per definizione, non ad un libro o a qualsiasi altro mezzo cartaceo, e che qualcuno ha la gentilezza o la curiosità di leggere. Ma non basta. In molti casi, sempre attraverso la rete, scambio opinioni, idee, sentimenti, paure e speranze. Non vedo il viso, che in qualche caso conosco ed in altri no, ma sento ugualmente altro, attraverso la parola. No, non so cosa pensare, ma so che noi esseri umani abbiamo sviluppato sempre nuovi mezzi per comunicare, e questo mi fa diventare un po’ più ottimista sul nostro destino.

Con le penne e le piume ti incanto, col mio canto ti seduco. Tu mi spii, ti interesso, ma aspetti ancora, vuoi valutare la mia forza, la mia abilità. Non ti fai incantare completamente dalle parole, ma cedi davanti a tanti piccoli sassolini messi in ordine, davanti al piccolo foro in quel cespuglio seminascosto.


                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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