mercoledì 28 ottobre 2015

quanti errori si fanno per amore




Lei è una tagliatrice di teste, così sembra siano chiamati quelli che razionalizzano, che rendono più efficiente il sistema impresa e che, in definitiva, licenziano.

A incontrarla casualmente per strada non le presteresti la minima attenzione. Non che non sia bella, anzi, lo è, ma si veste in modo assolutamente impossibile e si mimetizza allo sguardo indossando tuniche che la deformano e la fanno assomigliare ad un topo. Mette volutamente occhiali da vecchia perpetua e nasconde i capelli sotto berretti che sembrano rubati al monello di Chaplin.

Si è laureata col massimo dei voti, ha conseguito un master biennale a Baltimora, ha lavorato un anno presso uno studio legale a Londra, il prestigioso Remlin A. Astella-Ripdich PhD e, da quando il suo cervello in fuga è tornato in Italia, molto prima di festeggiare i suoi 30 anni, ha liquidato senza troppo scalpore molte piccole aziende ormai decotte lasciando ai proprietari un ricco conto all’estero ed ai dipendenti l’assicurazione di ammortizzatori sociali, reimpieghi a livelli inferiori, ricche buonuscite e quasi nessun contezioso sindacale.

Quelli che lei licenza alla fine l’approvano, si fanno convincere che è giusto che sia così. E le aziende possono delocalizzare con la coscienza virtualmente pulita.

Ora è arrivata alla banca privata Colbetti & C e deve trovare il 70% di esuberi prima della fusione con un istituto di credito molto più importante rendendo quindi appetibile ai nuovi e futuri consiglieri delegati il possibile affare.
Lei arriva ormai da 15 giorni, puntuale, e si installa in un ufficio che era stato pensato per il dirigente alla sicurezza. Nessuno sembra far caso a lei, anche perché non esce mai, non socializza, si allontana dopo gli altri, e solo raramente mette il naso fuori dalla stanza per andare ai servizi riservati al personale. Forse è qui che avviene un incontro casuale e tuttavia determinante, ma andiamo con ordine.

Stella, è questo il suo poetico nome, sta passando in rassegna i tabulati di servizio di tutti dipendenti della sede centrale e delle altre sette filiali. Cerca tempi, efficienza, note particolari, errori e altre anomalie prodotte da ogni singolo cassiere ed impiegato. Ufficialmente non dovrebbe farlo, ma lei monitorizza anche tutti i dirigenti, perché pure per loro si prefigurano molti esuberi.
Ormai ha una sua banca dati abbastanza completa, e sarebbe in grado, con una probabilità di certezza vicina all’80%, di indicare nomi e cognomi e lasciare quindi la patata bollente delle scelte finali alla proprietà. Sarebbe in grado di farlo, ma non lo vuol fare.
Lei intende arrivare alla fine dei quattro mesi che si è data per valutare meglio ogni singolo caso portando la sua stima al 98% di attendibilità. È lei che decide quanto è preciso il suo lavoro, ovviamente, e non ha alcuna fretta di finirlo, solo intende farlo bene.

Come ogni mattina, giunta al suo ventesimo giorno di presenza alla Colbetti & C, aprendo una cartelletta, si ritrova in evidenza le anomalie registrate il giorno precedente, e le esamina una per una. Mette in ordine e riaggiusta una sua graduatoria ideale ma già tabulata, e che risulta relativamente stabile, come del resto le appare logico. Solo un dipendente, da qualche giorno, sembra scalare velocemente le posizioni. Che strano, pensa, e riprende ad esaminare la situazione generale, riprogrammando il suo sistema di rilevamento dati.

Quando scade il suo primo mese di attività inizia in modo chiaro a diventare curiosa, cosa che sino a quel giorno non le era mai successo. Ogni giornata lavorativa, dal lunedì al venerdì, tra le 10 e le 10.30, lo Stefani commette un errore alla cassa. Piccoli errori, sembrano sviste, ma sempre errori che in una banca non si possono fare. Una volta ad una cliente che ritirava contante ha consegnato una banconota da 10 euro in più. Un’altra volta ha addebitato un pagamento ad un omonimo, e poi, appena dopo aver effettualo l’operazione, l’ha annullata. Un’altra volta ancora ha sbagliato tre volte la pratica di un bonifico e il cliente ha iniziato a spazientirsi.

Ma questo si vuol fare licenziare, pensa, come è possibile? Sino a due settimane fa non aveva mai dato segni di tale comportamento sul lavoro. Ma cosa gli succede? Prende la sua scheda personale, cosa che si è sempre vietata per non essere troppo coinvolta emotivamente con i suoi morituri, e se la sfoglia con attenzione. Stefani, Franco Maria, 03.07.1981, celibe, assunto il 01.03.2005, abitante a  Legge ma non capisce. Sa qual è la sua postazione di lavoro. Lo vede alla cassa, con la telecamera di sorveglianza interna, e si ritrova a spiare i suoi gesti.

Quel giorno, quando nota che lui accende la lucetta di sportello chiuso per recarsi ai servizi e prendersi una breve pausa, esce pure lei, per vederlo direttamente, di persona. Lei arriva prima alla porta, ma lui, che la segue di un soffio, allunga la mano e la apre per farla passare. Lo guarda negli occhi, e, in un attimo capisce, senza che lui dica nulla, e sente sciogliersi in un secondo la corazza che si era costruita con impegno e fatica in anni di studio, di master e di lavori come analista delle risorse umane.
Lui non ha mai fatto alcun errore.


                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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