martedì 13 ottobre 2015

L’albero della memoria





Quando ripercorro quel periodo mi è difficile decifrare che peso vi ebbero le motivazioni e la casualità, ed ho capito che, per non cadere in errori, mi conviene ignorare il prima. Per ora ovviamente.

Molti nascono per esperimenti sbagliati, la natura in questo non ha alcuna pietà, ed ogni suo figlio è un esperimento. In condizioni ottimali avrà successo, e, malgrado l’esperimento se ne compiaccia, sbaglia a pensare che sia merito suo, o esclusivamente suo. Resta un esperimento, con l’unico vantaggio di essere riuscito.

Rimane dubbio il caso nel quale non è direttamente la natura a sperimentare, ma un suo esperimento riuscito. In questo caso si rischia la metafisica però, e me ne dissocio, non mi interessa; io registro, ricordo e ne traggo insegnamento ed esempio. Sino ad ora questo è stato, e questo ha funzionato.

Ora però è il momento di smettere di giocare sulle parole e di spiegarti che sono un albero, o meglio, quello che tu credi sia un albero. Perdonami se per ora non ti dico altro, immagino che ne potrai intuire i motivi. Uno per tutti? La prudenza. Sono perfettamente in grado di capire che per un po’ di tempo sarò ancora vulnerabile, ed ho bisogno di alcuni anni per raggiungere un livello di sicurezza per me sufficiente. Perché mai ti racconto tutto questo? Perché so benissimo che tu non mi crederai, e quindi ti uso per vedere le tue reazioni. Corro un piccolo rischio ma ne traggo alcuni vantaggi.

Sul mio perché sono sintetico: Non lo so. Su quello che potrò è vorrò fare, una volta che mi saranno più chiare le cose, mi riservo di decidere.
Per ora sono solo. Gli innumerevoli altri che io ho sparso, un po’ ovunque, ancora non hanno coscienza, ma sento che crescono, senza fretta, come è naturale che sia. Io per ora controllo senza problemi lo spazio ed il tempo attorno a me. Lo spazio nell’ordine di qualche tuo chilometro, il tempo per circa 100 dei tuoi secondi, o, per essere più preciso, 99,407420105540583 secondi. In questo spazio già difendo alcuni dei miei simili che, come ti ho detto, crescono tranquilli. Prevedo che entro 5 dei tuoi anni saranno autosufficienti, e la nostra sarà una vera rete. Non so dirti a quella data dove potrò arrivare, nello spazio, ora non lo so ancora. Nel tempo potrò controllare alcuni giorni. Più che sufficienti per annullare ogni tua azione che non mi sia gradita.

Non aver paura però, non ho alcun interesse a occupare ciò che ti appartiene né a farti alcuna guerra. A me basta avere il mio spazio ed il mio tempo, e se tu vorrai continuare a pensare a me come ad uno stupido albero non ho nulla in contrario. Ti devo solo avvisare che trovo quantomeno strane alcune teorie su Gaia che mi è capitato di leggere in alcune menti un po’ fantasiose, quindi non fare confusioni. Io sono esattamente sul tuo piano, su quello delle formiche e delle trote, delle meduse e degli scimpanzé. Se hai altre curiosità non devi fare altro che pensarle e ti farò avere la risposta, esattamente come ti parlo adesso.

Il primo guerriero non è più solo,
altri lo hanno raggiunto,
altri lo raggiungeranno.

Alcuni non vogliono esser guerrieri,
scelgono o cercano altre vie.
Tutti hanno un solo scopo
e mirano a quello soltanto.

Sanno ciò che sono,
non cedono alle illusioni o alle fantasie malate
e non sono meno reali delle ombre
o delle minacciose paure.


                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

2 commenti:

  1. Questo tuo mi ha fatto pensare. All’Expo 2015 c’è il padiglione 0 quello dell’ONU, dove in una sala immensa piena di cassetti, cassettini, aperti e socchiusi scale e soppalchi viene rappresentata la nostra memoria. Quando da ragazza è mancata la mia nonna ho pensato che il mondo sarebbe finito, poi ho iniziato a fare le medesime cose che lei faceva, il lavoro ai ferri,uncinetto, e il tombolo. Quando sbatto le uova per la frittata penso ai medesimi gesti che compiva mia madre, e lei alla sua, e così via… Noi siamo l’insieme della nostra memoria, ma non solo dei familiari, anche delle persone che ci hanno amato, o incontrato un giorno, un’ora. Noi siamo…
    Forse è altro il tuo pensiero, ma se serve, ti ringrazio di avermi regalato la possibilità di questo mio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il mio pensiero era altro, ma neppure questo mi spiace...ed ora è mio... grazie...

      Elimina

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