venerdì 9 ottobre 2015

La porta chiusa




Certe giornate iniziano in modo strano, diverso dall’abitudinario. Può essere una sveglia anticipata di un’ora, un incubo che si allunga sino alla coscienza, oppure iniziano in quel modo semplicemente perché non siamo nel nostro solito ambiente, ed è naturale che questo influenzi ciò che sta per iniziare.

E poi la voglia di raccontare, di scavare, di essere allegri o di minimizzare che non è sempre la stessa, anzi, certi giorni fatica ad emergere, e quasi la si costringe, non sempre con successo.

Sembra che quello che si vuol dire non ne voglia sapere di manifestarsi in modo comunicabile, ma esclusivamente in una forma sbagliata. 
Ed allora meglio lasciarlo dietro una porta chiusa, che non resterà chiusa a lungo, ma per ora è bene che così rimanga.

La cosa migliore, in certi casi, è aprire la porta di casa, quella reale, con tanto di serratura e chiave, ed uscire, vedere quello che succede fuori, trovare appigli e scuse, un senso nuovo che poi è sempre lo stesso, immutabile. 
La vita va vissuta, porta o non porta.  


                                                                                                        Silvano C.©   


(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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