sabato 19 settembre 2015

Ora, adesso, subito



 
- Dimmi, saggio Osilo, come devo agire per ottener giustizia, non già per me, ché poco valgo, ma per l’arsura che mi arriva dal mondo e vorrei placare, trovando alfin la pace.
- Tu lo sai ben, lo sai, signor di Tula, eppur lo chiedi a me. Vedo cosa ti consuma, ma sei tu a sceglier la via, non certo io. Cosa pensi di trovare se costringi a pensare? Rifiuto avrai, e lo sai. Offri sollazzi, nascondi i dolori, mostra sorrisi, dai mense pronte. Tutti amano mangiare, ridere e dimenticare.
- E tu, mia Pausania, niente hai da dire?
- Io penso all’amore, che ogni cosa scolora e di nuovo l'illumina. Quella è la via, la sola via. Altre non ne scorgo, e l’amore ha mille volti.
 (Gaviddo Carta - “Notte sul Limbara”- Atto II, scena 5)

E così, combattuto tra mille perché, dubbioso oltre il concesso, Falzitto decise di sostare.
Non aveva dubbi, si ripeteva, ma poi gliene venivano dieci. Andare per la sua strada, alla fine, gli sembrava solo orgoglio, affermazione del suo risibile potere, ma deviare era pure peggio, significava rinunciare ad un piacere profondo, ad una spinta al miglioramento, ad un gioco vitale, unico motivo degno, in fondo, oltre ai bisogni elementari del corpo.
Desiderio di cambiare, di lasciare qualche cosa, anche se non era chiaro a chi e se era tanto importante.

Poi cadde vinto dal sonno, come sempre più spesso gli capitava, senza altro tempo che di chiudere gli occhi e sparire dalla sua coscienza.
Al mattino il risveglio gli portò un’urgenza: Ora, adesso, subito.
Si sentì spinto a fare in fretta, sempre più in fretta, senza pensare, a lasciare ogni dubbio, con la sola meta davanti e nessun ostacolo degno di rispetto o di attenzione.
Una carica di cavalleria, e lui uno dei tanti, verso un nemico da sopraffare, senza paura. E poi da solo, ma sempre alla carica, con lo stesso nemico, immobile, ad aspettare.
Tutto senza senso, perché la fretta è senza senso. Ma la battaglia si vince anche con la velocità, senza pensare. Invece bisogna riflettere, e molto, prima della battaglia e della guerra. Se non si prepara una strategia, un piano, ci si affida al caso, e non è detto che il nemico invece un suo piano non lo stia già attuando.

E poi si svegliò, con una sensazione spiacevole di dubbio. Solitamente la notte lo aiutava, non stavolta. Avvertiva l’urgenza di non agire.

- Mio signore, se tu lotti, sempre di più dovrai lottare. Non accettare la battaglia, vinci con le altre forze che tu possiedi. Usa il gioco, accetta l’amore.
- Tu me lo dici, Pausania, ma io saprò farlo?
 (Gaviddo Carta - “Notte sul Limbara”- Atto III, scena 4)


                                                                                                        Silvano C.©   


(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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