martedì 18 agosto 2015

Ti chiedo scusa

A volte qualcuno lo dice: 
“Ti chiedo scusa”.
Capita sempre più raramente, però. È opinione diffusa, immagino, che sia un errore gravissimo farlo, un segno di debolezza, di scarsa opinione di sé.
Chiedere scusa significa ammettere di aver commesso un errore, anche se lieve ed involontario. 
Ad esempio urtare un’altra persona senza volerlo prevede che si debba chiedere scusa. Ma la cosa non è scontata.
Valutare male una certa situazione, pur se in buona fede, e danneggiare in parte qualcuno, richiederebbe una richiesta di scuse ed un minimo di spiegazioni. Per nulla scontato neppure questo.
Il procurare un danno materiale invece, oltre alla richiesta di scuse, vorrebbe anche un contestuale risarcimento economico. Pure questa pratica non è generalizzata.
Ci sono poi casi, quelli da codice penale, per i quali le scuse, e l’eventuale pentimento, non sollevano dal dover pagare, in prima persona, col rigore della legge. In questo ultimo caso noi italiani, come popolo, come società, come tradizione, siamo alquanto contraddittori e molto poco efficaci. Lasciamo a piede libero assassini, cioè persone che, ad esempio, guidando ubriache, hanno ucciso altri. Ed i casi nei quali chi delinque in modo grave contro la persona non viene adeguatamente punito sono troppi, una vera vergogna nazionale che fa esaltare i giustizialisti assatanati ma puerili, che si fanno manipolare dalla demagogia e vorrebbero la pena di morte, quando basterebbe una pena pesante e certa, magari unita al lavoro, durante la detenzione, in misura tale da ripagare le spese di mantenimento in carcere.

Senza venire ai casi estremi tuttavia c’è qualcuno che, piuttosto di ammettere una propria mancanza, e solo per principio, toglie il saluto, ribatte con colpe vere o presunte altrui, generalizza, parla di degrado del quale lui non ha colpe, urla e manda a quel paese e via continuando. È una vera tristezza, lo ammetto, vedere queste cose contro le quali mi è impossibile combattere.

In me poi scatta un riflesso condizionato contrario quando qualcuno si comporta civilmente, cioè una rivalutazione totale di chi in precedenza avevo giudicato male.
Un episodio che ho citato di recente su questo blog riguarda una signora. Lei aveva commesso una scorrettezza ed io avevo automaticamente pensato molto male della sua azione e dell’autrice. Poi è avvenuto un miracolo (di questi tempo quasi lo è). Malgrado il suo essere donna ha ammesso il suo fallo, ed io non ho potuto, con vero e malcelato piacere, che salutarla con un sorriso. Quella donna si è rivelata una persona eccezionale, e mi ha fatto un regalo. Mi ha reso un po’ più ottimista sul destino del genere umano.


Debolezza chieder scusa non è,
e pianger rafforza, senza un motivo evidente,
pur tra la gente.
(Anonimo, diciottesimo secolo, Lisbona)



                                                                                         Silvano C.©  

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana