giovedì 6 agosto 2015

La soluzione è peggio del problema





Ricordate pochi anni fa quante persone si trovavano in difficoltà economiche perché cadevano nell’illusione di avere subito il divano, il televisore, la cucina, l’auto o si potevano permettere quel viaggio tanto a lungo sognato semplicemente pagando dopo con piccole e facili rate mensili?
Io negli ultimi tempi sento sempre meno questo tipo di notizie, anche se alcune pubblicità sono ancora presenti, e forse sono io che guardo meno certi canali, o la televisione in genere.
Il problema dell’indebitamento per acquisti non calibrati sulle proprie entrate stava diventando una delle tante emergenze sociali, che ora sembra in parte superato, anche se non so come è finita con quelle migliaia di persone che si sono trovate nella situazione di avere lo stipendio o la pensione già decurtata all’origine di somme troppo grandi per permettere una vita normale e tranquilla.

La soluzione è arrivata, anzi, ne sono arrivate due, ammesso che si possano chiamare soluzioni.

La prima motivazione che ha fermato molti in questi acquisti a rate è la crisi economica. Se lo stipendio viene a mancare, si riduce o diventa più precario, e se la pensione è sempre più bassa rispetto al costo della vita, per i fortunati che hanno un lavoro o una pensione, vengono meno le illusioni di poter disporre di somme da impegnare in acquisti non strettamente necessari. E mi fermo, perché non è mia intenzione sviluppare il tema dell’inflazione e della deflazione, poiché non sono preparato su questo ed esula dal mio interesse attuale.

La seconda motivazione, forse ancora più tragica nella sua logica che spinge a cercare facili ed illusorie vie al benessere, è l’incremento esponenziale registrato in questi ultimi anni del gioco legalizzato in ogni sede possibile: sale gioco, bar, rivendite di giornali e tabacchi, circoli, in altri luoghi di ritrovo, e in rete.
Sembra inutile tentare di far capire che sui soldi impiegati per comprare anche solo un gratta e vinci ci guadagna lo Stato, il gestore del locale e chi distribuisce i tagliandi, e che quindi la vincita sperata non potrà mai coprire le spese.
In questo la statistica è chiara, e lo dice la legge dei grandi numeri. Più a lungo si gioca, maggiore è la probabilità di accumulare perdite. Chi pensa di essere il solo fortunato non vuole ammettere che anche tutti gli altri giocatori lo credano, forse si illude che tutti gli altri sbaglino, o forse, e la cosa fa anche più male, spera che qualche "miracolo" arrivi a cambiare la sua vita fatta di delusioni. Ad aggravare ogni considerazione sin qui fatta c’è poi la realtà dell’aumento della patologia del gioco compulsivo, la ludopatia, e sembra che tutto diventi praticamente irrisolvibile.

Non penso che fosse preferibile l’acquisto fatto in modo irresponsabile e spero che chi ha problemi trovi vie diverse per risolverli, magari con l’aiuto solidale dello Stato che dovrebbe smettere di essere biscazziere e medico allo stesso tempo.


                                                                                                         Silvano C.©   


(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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