domenica 16 agosto 2015

Bella, elegante, da far girare la testa






Tutto inizia tanti, tantissimi anni fa. Per prima ho conosciuto la figlia, che per comodità chiamerò Claudia, e pochi mesi dopo lui, che per noi ora è Stefano.
Claudia era una ragazzina carina, intelligente, provocatoria negli atteggiamenti, gli occhi che non sapevano nascondere rabbia, curiosità, richiesta di aiuto e continue sfide. Sembrava ricercare volutamente la lite ed aveva un’amica del cuore che per lei stravedeva ma che non arrivava alla sua intelligenza, e sembrava talvolta usata da Claudia per agire al suo posto, un po’ per vedere che effetto faceva.
Quando ho conosciuto Stefano mi è sembrato un uomo abbastanza ragionevole, stranamente apprensivo però, iperprotettivo nei confronti della figlia ma allo stesso tempo incapace di intuire, di agire, di aiutarla. Capiva le cose, ma non sapeva trovare una soluzione alla tragedia, che aveva colpito certamente lui, ma più duramente la figlia.
La madre, che non ho mai conosciuto, pochi anni prima si era lasciata cadere da un ponte, un ponte noto nella zona come ponte dei suicidi, dove, anche se le cronache locali sembrano molto reticenti ancora oggi nel dare questo tipo di informazioni, sembra che in molti abbiano terminato la loro esistenza terrena, in media una persona ogni due anni circa, da molto tempo.
Il salto è di oltre 60 metri, non lascia scampo, e la zona offre un paesaggio a suo modo suggestivo, adatto, quasi consapevole e partecipe del dolore e della disperazione.
Sulle prime non avevo avuto le informazioni giuste, e solo qualche tempo dopo ho saputo cosa aveva vissuto quella famiglia ormai ridotta a due sole persone. La madre era stata curata a lungo, e sembrava essere uscita da una depressione, mi avevano raccontato, che aveva visto sia il marito che la figlia ancora giovanissima tentare di aiutarla. Tutto si era dimostrato però un’illusione, e la donna, un giorno che la figlia era a scuola e il marito al lavoro, era uscita, aveva chiesto un passaggio in auto, si era recata in un paesino ad un chilometro dalla sua meta finale, e poi aveva realizzato quello che voleva, e che forse pensava da molto.
Solo dopo aver saputo li ho visti entrambi con occhi diversi, ed in un’occasione lui mi raccontò alcune cose che mi fecero capire del suo dolore enorme per la perdita, e della difficoltà di aiutare la figlia, in un momento difficile per lei, una fase nella quale la presenza della madre sarebbe stata importante.
Non so immaginare troppe cose, e altrettante non ho il diritto di saperle, e poi un po’ li ho persi di vista; la figlia, in particolare, non la vedo più da tantissimi anni. Ora Claudia dovrebbe avere circa trent’anni, e spero abbia superato, in parte, quella tragedia.
Stefano invece ogni tanto mi è capitato di vederlo, ci siamo scambiati poche parole, senza mai più toccare certi argomenti. L’ho incontrato sempre da solo, e per lui il tempo sembrava non passare mai, sempre giovanile, abbastanza alto e magro, triste.
Solo recentemente, mentre sto facendo la spesa, mi è impossibile non notare una donna bella, elegante, da far girare la testa, ma non volgare o eccessiva, con un portamento che si fa notare, o che io noto, anche perché è la prima volta che la vedo. E non è sola, capisco che sta con una persona. Poco dopo, continuando la spesa, la ritrovo accanto a lui, a Stefano, sempre giovanile, con un’aria meno triste del solito, e vedo che parlano piano tra loro.  


                                                                                     Silvano C.©   


(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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