venerdì 17 aprile 2015

Il Topo di biblioteca


Che destino triste…
A volte esco, al sole, perché pure a me piace guardarmi attorno, vedere gente, sentire l’aria della primavera, osservare il passeggio apparentemente molto impegnato di chi non ha nulla da fare oppure l’ansia evidente di chi invece non trova mai il tempo di far tutto.
Io, da Topo, non capisco questo strano modo di vivere, e da quando ho imparato a leggere lo capisco ancora meno.
Me se invece di vivere annoiandovi e senza nulla da fare aiutaste invece chi non riesce a finire tutti i suoi lavori non sarebbe meglio? Ognuno di voi vivrebbe meglio, intendo. Perché se poi la piantaste di infastidirmi vivrei meglio pure io.

Da quando ho letto che la cultura non dà da mangiare, non ricordo neppure dove, confesso di aver pensato di non aver mai capito niente. Io, che sono cartofago e che con la cultura ci mangio eccome, sono entrato in crisi, per qualche giorno. C’è voluta Topa, che a volte mi spiega le cose che non capisco, per svelarmi il mistero. Lei non ha mai imparato a leggere, in compenso sa ascoltare, e poi parla, parla con me, ovviamente, ma anche con le altre, e sa molte più cose di me. Cose pratiche, utili, necessarie per tutte le situazioni difficili, e anche quelle meno pratiche, come ad esempio come si chiamano tutti quegli insetti che a me sembrano tutti uguali.

Io, come Topo di biblioteca, a volte preferisco stare solo, tra i libri e le riviste, e mi isolo dal mondo, passando le giornate a guardare le figure, ad annusare le carte di annate diverse, ad assaggiarne ogni tanto qualche bordo un po’ consumato dal tempo. Non arrivo a tutti i volumi, ed alcuni poi sono troppo pesanti per aprirli e sfogliarli. Mi arrabbio molto quando trovo qualche libro rovinato, qualche tomo antico ed importante, intendo. Io quelli non li mangio. Al massimo li annuso. Sanno di muffa buona, di polvere e di legno di scaffale, oppure di cuoio, visto che alcuni hanno una copertina molto importante.

Leggo tutto quello che posso raggiungere e sfogliare, e mangio solo i libri che nessuno tocca mai da tanti anni, quelli messi in qualche angolo, che ogni tanto spariscono. Forse li buttano, non so perché. Eppure sono ancora molto buoni.
Io sono felice di quello che faccio, mi piace proprio. Non so a chi racconterò tutte le cose che ho imparato e sto ancora imparando. Devo parlarne con Topa. Magari mi darà qualche idea, sono certo che lei ha quella giusta. Devo anche raccontarle quello che ho scoperto oggi, e che mi ha fatto arrabbiare. Chiamano topo di biblioteca chi legge da solo tutto il giorno e rimane sempre chiuso senza vedere gli altri, si isola ed è preso in giro da chi invece pensa di fare cose che giudica molto più importanti ed interessanti. È una cosa brutta, detta in questo modo. Non mi piace.

È un destino triste quello di essere fraintesi dagli altri e magari derisi, solo perché si ama leggere. A me piace pure uscire, mica resto qui tutto il giorno. Ho già detto che mi piace stare al sole, a guardare la gente, ma devo stare attento che non mi vedano, altrimenti finisce male. Puoi benissimo immaginare che fine mi fanno fare se mi vedono. Ma ho i miei posti sicuri, dove posso stare tranquillo. Una volta mi sono appisolato, su un ramo, guardando quelli che passavano sotto di me, e quasi cadevo di sotto. Stavo ricordando dei viaggi nei quartieri lontani, quando ero ancora un topino piccolo. Che scoperte. Quante cose nuove. E che paure, quando capitavo dove non dovevo mettere il muso.

Devo raccontarvi però, prima di tornare a leggere, che le carte più buone non sono quelle tutte patinate o coloratissime. Sono belle da vedere ma non da mangiare. Neppure i giornali e le riviste sono buoni. Fanno cattivo odore ed hanno un cattivo sapore. Sono saporiti solo quelli stagionati. Quelli dell’annata 1990 e quelli ancora più vecchi hanno guadagnato molto, se conservati all’asciutto, e lasciano un retrogusto piacevole che rimane anche dopo averli masticati e deglutiti. I migliori sono i libri degli anni 30 e 40, con carta grossa, fatta di vera cellulosa, a volte anche con stracci, come tanti anni prima. Quelli però sono solo per le occasioni speciali. Sono troppo belli per mangiarli. Mi piace anche solo guardarli, o sfogliarli facendo molta attenzione.



                                                                                                         Silvano C.©   


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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