mercoledì 20 agosto 2014

Sperando che non sia troppo tardi


Pragmaticamente so che nessuno è del tutto esente da piccole o grandi colpe, a volte veramente piccole, in altri casi inaccettabilmente grandi.

Senza entrare nello specifico, perché ognuno si può informare come crede, se vuole, e trovare tutte le informazioni che desidera a conferma di questa osservazione, ogni donna ed ogni uomo di fede sincera dovrebbe fare un passo indietro, e sgombrare il campo da ogni premessa di tipo religioso se desidera veramente porre fine alla spirale di violenze che sembra non volersi fermare, in troppe parti del mondo. 

L’uomo di fede è innanzitutto un uomo, anche quando ricopre la massima autorità ed è seguito da milioni di fedeli. E parlo non a caso di uomo, perché quasi sempre è un uomo al vertice di una struttura religiosa.
Inoltre, specialmente se rappresenta un’istituzione con secoli o millenni alle spalle, non può ignorare gli errori storici, le persecuzioni, le guerre, le torture e le atrocità commesse a danno di altri esseri umani colpevoli solo di non professare quella sua stessa fede, o di appartenere a popolazioni non ancora illuminate dalla luce della verità portata dalla spada.

Oggi la barbarie sembra ripercorrere strade antiche, medievali o addirittura precedenti, e la vita umana quasi non ha valore. La sola differenza rispetto al passato è la diffusione mediatica dei fatti, con notizie che arrivano istantaneamente, mentre avvengono, o poche ore dopo.
Anche quando questo non succede possiamo ugualmente immaginarlo, e dopo in ogni caso ne troviamo le prove, sotto forma di fosse comuni, ormai senza responsabili apparenti.

Non è dalla premessa religiosa che ci arriverà la salvezza - ammesso che non sia già troppo tardi - ma dall’uomo che dimentica almeno un po' la sua fede e ritorna uomo. Ma, cosa essenziale,  prima di scordare la sua fede serve un’ammissione di colpa. Non certo per colpe personali, bensì per le colpe del passato commesse in nome della fede che lo sorregge oggi. 

Per molti questo è inaccettabile ed è quasi illusorio aspettarselo perché supera ogni concetto di dialogo interreligioso. Scavalca lo stesso Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, per rimanere nel campo della religione cattolica, che evidentemente non è stato sufficiente, vista le notizie che ogni giorno ci entrano nelle case.

Non parlo poi dell’integralismo - ovviamente condannabile in ogni sua forma - che può essere anche laico quando diventa ostinato ed intransigente ateismo imposto e non liberamente scelto.  

In questi giorni si ricorda uno statista italiano nato in Trentino quando questo era ancora sotto l’Impero Asburgico, che fu tra Padri Costituenti e tra i fondatori dell’Europa moderna. L’episodio che contrappose all’allora papa Pio XII quest’uomo di fede incrollabile rimane nella storia, ed è la prova che, quando serve, prima della fede viene qualcosa di ancora più importante: la dignità delle proprie idee e dell'uomo.

Per la pace nel mondo serve questo tipo di umiltà (cioè ammissione delle colpe) e di fermezza. Le armi possono venire solo dopo, e mai in nome di Dio.

                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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