sabato 7 giugno 2014

Messico e nuvole


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Lei è bella, lo so
è passato del tempo e io
ce l'ho nel sangue ancor
e vorrei e vorrei
ritornare laggiù da lei,
ma so che non andrò
questi son sentimenti di contrabbando
meglio star qui seduto
guardare il cielo davanti a me


Corre in auto verso il mare, con tanta voglia di vivere e cantare. Si sente sempre inadeguato, è ovvio, ma riesce a scordarlo urlando in compagnia e sentendo che in fondo non ha una voce da buttare ed è pure abbastanza intonato.

Messico e nuvole,
la faccia triste dell'America
e il vento suona la sua armonica
che voglia di piangere ho


Mica vero, voglia di piangere poca, o almeno molto meno di qualche anno prima. Non è vestito alla moda, e di firmato praticamente non ha nulla. In più non sa nuotare, ed è penoso quando gli altri si buttano in acqua e lui rimane prudentemente dove si tocca. Malgrado tutto si diverte, e non poco. Accetta anche le prese in giro. È sempre meglio che essere ignorati, no?

Intorno a lei, intorno a lei
una chitarra risuonerà
per tanto tempo ancor
è il mio amore per lei
che i suoi passi accompagnerà
nel bene e nel dolor
questi son sentimenti di contrabbando
meglio star qui seduto
guardare il cielo davanti a me


Pensa al suo gusto orrido nel vestirsi, non certo quello degli amici della società un po’ più su, ma in fondo non se ne crea un problema, e rimane negli annali della classe l’episodio di quella professoressa per nulla espansiva, severa e rispettata che entrando in aula e vedendolo vestito in quel suo modo discutibile, lo osserva allibita e poi, coprendosi gli occhi : “ Nooo! “
Per pietà non descrivo il suo abbigliamento. I figli dei fiori hanno colpito, ma non solo loro, e l’insieme è unico, in tutti i sensi.


E' una canzone senza titolo,
tanto 'pe cantà, 'pe fà qualche cosa,
nun è "gnente de straordinario,
è roba del paese nostro
che se pò cantà pure senza voce ...
basta 'a salute,
quanno c'è 'a salute c'è tutto,
basta 'a salute e un par de scarpe nove,
che poi girà tutto 'er monno
che m'accompagno da me !
'Pe fà la vita meno amara,
me sò comprato 'sta chitara,
e quanno er sole scenne e more
me sento 'n'core cantatore,
la voce è poca ma intonata,
nun serve a fà 'na serenata,
ma serve solo 'a fà in maniera,
de farme 'nsonno a primma sera.

Tanto 'pe cantà
pecchè me sento 'n' friccico ner core,
tanto 'pe sognà

perchè ner petto me ce naschi 'n' fiore,
fiore de lillà
che m'ariporti verso er primo amore
che sospirava alle canzoni mie
e m'arintontoniva de bucie.

Canzoni belle e appassionate,
che Roma mia m'aricordate,
cantate solo 'pe dispetto
ma 'cò 'na smania dentro ar petto,
io nun ve canto a voce piena
ma tutta l'anima è serena,
e quanno er cielo se scolora

de me nessuna se innamora.

Tanto 'pe cantà
pecchè me sento 'n' friccico ner core,
tanto 'pe sognà
perchè ner petto me ce naschi 'n' fiore,
fiore de lillà
che m'ariporti verso er primo amore
che sospirava alle canzoni mie
e m'arintontoniva de bucie.

Questa la conosce bene, la canta con I soliti tre amici quando escono assieme, alternandola a Messico e nuvole, e anche se il romanesco decisamente non è il suo linguaggio, diventa parte della colonna sonora di quella bella estate, ed in stanza compare un sombrero, comprato in una bancarella vicino al Castello, dopo Italia Germania 4 - 3.
                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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