giovedì 19 giugno 2014

L’ultimo giorno di scuola


Quanti ultimi giorni di scuola abbiamo vissuto? Eppure l’ultimo giorno dovrebbe essere uno solo, non tanti come quelli che ha vissuto lui.
I suoi primi ultimi giorni li ricorda poco, persi nel sole dell’estate, pieni di nostalgia e di senso di liberazione. Seguiti da stagioni afose lunghe un anno, interminabili, a scandire i tempi dell’infanzia e dell’adolescenza. Non ha mai sopportato gli addii, quindi gli ultimi giorni, da questo punto di vista, ha sempre avuto la tendenza a rimuoverli.
Pensa ai visi indistinti di compagni persi nel tempo, alcuni più fortunati di lui, altri meno, alcuni probabilmente scomparsi per sempre, visto che non è più un ragazzino.

A volte confonde queste sensazioni con  quelle degli addii dopo altri periodi, dopo una vacanza, ad esempio, o dopo qualche anno di università con persone divenute familiari, a volte amici, che vanno per la loro strada.

Poi ripensa agli ultimi giorni di scuola dei suoi alunni, quando lui a volte portava un piccolo gelato a tutti, se aveva poche classi, oppure quando distribuiva i compiti per le vacanze. E subito la protesta esplodeva, perché 200 esercizi erano tanti, tutte quelle pagine da leggere troppe, che erano vacanze e non un periodo di scuola, che erano stanchi, che faceva caldo, che dovevano andare con i genitori in giro e non avevano tempo, e che lui invece non faceva nulla e loro dovevano lavorare.
Poi un pochino si calmavano, quando cominciava a spiegare che 200 esercizi non erano obbligatori per tutti; le ragazze dovevano svolgere solo i primi 100, i ragazzi quelli successivi (lavoro già dimezzato in pochi secondi, non male, no?). Poi iniziava a chiamarli uno per uno ed era ancora più preciso. Tu Andrea mi farai solo i multipli di 2, tu Federica i multipli di 3, tu Riccardo, che non sei stato zitto tutto l’anno, 3 sì e 2 no. E così sino alla fine dell’elenco della classe. La scelta non era dovuta al caso, ovviamente, ma spiegava che quelli che avevano più difficoltà dovevano cercare di fare un po’ di più, un pochino, per poi ricominciare l’anno nuovo maggiormente sicuri. E gli altri invece potevano ridurre il lavoro, ma anche no se volevano approfondire oltre quanto assegnato, e che lui ne avrebbe tenuto conto, quando si sarebbero rivisti, dopo qualche mese.

Alla fine semplicemente lo scopo era non far addormentare le loro intelligenze fresche e pronte ad imparare e a ricordare, spugne che avrebbero portato per tutta la vita alcune nozioni nelle loro menti e le avrebbero recuperate senza neppure rendersene conto in caso di necessità, capaci di far calcoli mentali veloci senza usare la calcolatrice, o di non cascare in banali trucchi matematici.

E poi gli tornano alla mente i suoi ultimi giorni di scuola, quelli dei saluti ai colleghi, delle cene, degli abbracci, del pensiero a chi andrà altrove, o in pensione. Le cose sono cambiate negli anni, quanta inutile burocrazia, quanti progetti formali, quanti tentativi di distaccare le persone dal loro ruolo, come se ruolo e persona non fosse un’unità indissolubile. Per fortuna le persone superano il ruolo, vanno oltre, anche quando si vorrebbe l’opposto. L’ottusità alla fine cade sotto i colpi dell’ironia, e si salva solo chi ha mostrato umanità.
I suoi ultimi giorni ora sono solo quello, le persone, con la loro debolezza e la loro disponibilità. Gli altri sono spariti, o diventati macchiette da deridere ricordandoli.

Gli ultimi giorni di scuola alla fine sono stati solo l’inizio delle estati in arrivo, è questo quello che conta, e non crede sia possibile vederla diversamente.

 l'immagine usata è di  Focus Junior
                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

2 commenti:

  1. bellissimo, da non perdere, come non è andata persa la dolcezza del ricordo di chi ha raccontato e sicuramente, e maggiormente di chi ha ricevuto quelle attenzioni che diventeranno con il tempo leggenda.. Un lavoro che diventa il ricordo di tanti è quasi l'eternità. Narcisa

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    Risposte
    1. oggi arriva l'estate astronomica, Narcisa...e rimane il ricordo di tante estati...

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