venerdì 13 giugno 2014

L’età della ragione


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Ho visto le acque dell’Adige, limacciose e veloci, alte sulle rive, antica via di commerci tra le regioni del nord e quelle adriatiche. I piloni dei ponti come prue di navi a contrastare le onde per procedere, fermi questi, mobili le altre.
Un ragazzino spingendosi più in là del consentito per poco non affonda per sempre in un pantano mobile, e lo stesso, pochi anni dopo, giocando in bicicletta all’improvviso si ritrova al centro della carreggiata di una strada provinciale e non finisce male solo perché, per puro caso, in quel momento non passato auto.

Un incosciente, non più ragazzino, si avventura a nuoto in un mare sconosciuto, da solo, senza avvisare nessuno delle sue intenzioni. Ha la fortuna di poter raccontare la sua avventura.

Un giovane cavaliere su una potente moto affronta baldanzoso un tornante della salita in montagna, ma calcola male le distanze e rischia troppo, scontrandosi così con l’auto di un turista che scende piano, tenendo la destra. Poche ore dopo una donna piange il figlio morto in montagna, il suo unico figlio, che amava le moto e la velocità.

Un medico prossimo alla pensione scende le scale di casa, forse si distrae un secondo, cade, batte malamente la testa. La corsa al pronto soccorso gli salva probabilmente la vita, e per molti mesi porterà visibili i segni del suo incidente, prima che i capelli ricrescano.

Un uomo partecipa come tutti gli anni ad una manifestazione, ad una festa, è conosciuto, apprezzato, amato. Sa cavarsela in situazioni difficili e sa nuotare se serve, non ama rischi inutili. Eppure capita quanto è sempre possibile avvenga in ogni attività umana: la fatalità prende il sopravvento, e per lui tutto si compie in pochi interminabili minuti.

Ho visto quelle acque, che erano una sfida da affrontare, sulle quali si scendeva su tronchi di monte, che sembravano a tutti solo un gioco. Ora abbiamo capito che non sono solo gioco, ora si sa che possono portare la morte.


                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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