giovedì 1 maggio 2014

Non c’è posto per tutti


La Terra è grande, con distanze enormi, specialmente se abbiamo lasciato cuore e persone in altri luoghi, ma è finita, nel senso che ha un suo limite.
I pochi che l’hanno ammirata dallo spazio e le sonde automatiche senza equipaggio ne hanno diffuso per tutti le immagini, di una bellezza da togliere il fiato, struggente e malinconica, nella sua solitudine, azzurro che spicca sul nero.
Sulla sua superficie noi non vediamo spesso più in là del nostro naso, letteralmente, e pensiamo semplicemente al nostro utile immediato, al mantenimento di privilegi, all’accaparrarci ogni bene possibile, ad ammazzare nostri simili in nome di divinità una diversa dall’altra, a conquistare territori nei quali vivevano i nostri antenati ma nei quali ora vivono altri, con non meno diritti.
E, cosa drammatica, siamo in tanti, cresciamo in modo vertiginoso, facciamo nascere ogni giorno bambini destinati a vite di stenti, fuggiamo da guerre e carestie innescando migrazioni inarrestabili, ed annaffiamo deliberatamente il seme razzista in modo cosciente oppure senza rendercene conto, praticamente tutti, anche quelli in buona fede contro ogni razzismo.
Io non ho soluzioni, quindi se tu che mi hai letto sin qui ne cerchi, lascia perdere, rivolgiti altrove, non sono un guru o un santone con la ricetta pronta.     

Dal poco che ho capito studiando so che la vita è virtualmente inarrestabile, tende a mantenersi, a riprodursi e ad occupare egoisticamente ogni spazio a sua disposizione. Non ho assolutamente certezze di come si sia generata, ne su quali siano le sue finalità ultime. Distinguo tra loro le varie forme di vita, e mi viene naturale stabilire una gerarchia, poiché mi appare evidente che un batterio è diverso – cioè molto meno complesso – rispetto ad un essere umano, e quindi le varie specie viventi assumono ai miei occhi valori diversi a seconda della loro evoluzione. Ritengo l’uomo superiore ad ogni altra specie, ma non per questo padrone del mondo. Ho dubbi enormi riguardo allo sfruttamento che questi opera a danno di ogni altra specie, ma so anche che la vita e la morte sono strettamente connesse nel caso che ci ha prodotti o nel disegno intelligente che ci ha evoluti così. Ho idee precise su vari temi etici, ma non è giusto che io pensi di imporle ad altri, e non è questo in ogni caso lo scopo di quanto scrivo qui. Ora vorrei solo farti nascere dubbi, sani e salutari dubbi.

La consapevolezza che siamo tanti e che ci sopportiamo sempre meno mi fa star male, poiché ci vedo grosse ipoteche sul futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Popolazioni egoiste o evolute, come quella italiana, che generano pochi figli per dare a questi le maggiori opportunità di successo possibile, si contrappongono ad altre più generose e primitive, per le quali si pone solo il problema della sopravvivenza. La varietà delle popolazioni umane non si riduce due sole tipologie, ovviamente, ma queste le uso per cercare di capire come ci evolviamo, tra mille contraddizioni. Per restare solo in Italia, oggi ho letto di una persona in rete che soffre per i cani seviziati o abbandonati dai padroni ma che vuole che i migranti vengano ricacciati in mare. Un’altra ha scritto: Clandestini tutelati. Italiani dimenticati.
Alcuni poi si dichiarano per la famiglia ma sono pluridivorziati e vorrebbero la pena di morte. Altre anime pie non vogliono l’aborto – che definiscono omicidio – ma allo stesso tempo sono contrarie alla diffusione dei metodi anticoncezionali.
Le popolazioni animali si controllano attraverso il territorio a loro disposizione, attraverso il cibo ed i loro predatori. La specie umana invece non è più in grado di regolarsi, ha perso il controllo naturale e si è talmente diffusa in ogni area abitabile da diventare un problema per se stessa ed il mondo intero.
Non abbiamo accordo globale praticamente su nulla, anzi, il controllo globale, ammesso sia consapevole e pienamente cosciente, non fa che aumentare le differenze ed i motivi di tensione. Il progresso della scienza in alcuni campi mette in discussione prassi consolidate e sistemi etici. La vita artificialmente prolungata o artificialmente facilitata nel momento della nascita è un problema aperto, terreno di scontro tra visioni diverse.
Ed aumentiamo di numero, sempre, continuamente, in modo esplosivo, sino ad una inevitabile catastrofe.
O smettiamo di crescere in qualche modo ragionevole, condiviso e pacifico, oppure dobbiamo pensare seriamente a colonizzare la Luna e Marte, per iniziare.  

                                                                                         Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

1 commento:

  1. Hai raccontato l'Uomo nelle sue diversità e ambiguità, che è forse l'essere vivente più perfetto per la sua capacità di pensiero e di ragione, e anche il più misero perchè non riesce a usare al meglio queste sue cartteristiche,ma che secondo me ha la U maiuscola perchè Uomo.
    Bello, grazie.

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