giovedì 10 aprile 2014

Il Leone di San Marco a Occidente


Il Leone di San Marco a Occidente, nel “Dominio di Terraferma”
La pazzia e la genialità al servizio del potere
(raccolta di spunti per ricostruire un piccolo pezzetto del nostro passato)


Oggi, se si transita su un passo di montagna apparentemente facile ma trappola micidiale ogni inverno per molti camionisti che vi rimangono intrappolati se incautamente sorpresi senza catene quando nevica, cioè il Passo di san Giovanni, in Trentino, viene difficile immaginare che proprio di lì siano passate grosse navi da guerra veneziane, nel periodo del massimo splendore della Serenissima, nel 1439, quasi 600 anni fa, cioè ben prima dell’impresa di Fitzcarraldo raccontata in modo indimenticabile nel famoso film Werner Herzog.
Ambientazione, motivazioni, epoche storiche, tutto è diverso nelle due imprese. Anche il fatto che una di queste è documentata storicamente e l’altra è solo parte della fantasia di un regista visionario.

Nel castello Scaligero di Malcesine, sul lago di Garda, che ospita oggi un museo, è ricordata l’impresa della Repubblica Marinara con materiale d’epoca ed illustrazioni. E quindi una visita, se si passa in quei paraggi, è consigliabile, per scoprire un po’ della nostra storia passata.


 Non solo verso Oriente, come canta Guccini...
……
Leone di Venezia
Leone di San Marco
l'arma cristiana è al varco dell'Oriente
ai porti di ponente
il mare ti ha portato
i carichi di avorio e di broccato.
Le vesti dei mercanti
trasudano di ori
tesori immani portano le stive
si affacciano alle rive
le colorate vele
fragranti di garofano e di pepe.
Trasudano le schiene
schiantate dal lavoro
son per la terra mirra, l'oro e l'incenso.
Sembra che sia nel vento
su fra la palma somma
il grido del sudore e della gomma
(Asia, dall’album “L’isola non trovata” di Francesco Guccini - 1970)

“Tra il 1426-1454, per portare aiuti a Brescia assediata, il Senato fece infatti trasportare una flotta, composta da due galee sottili, tre fuste e venticinque copani, attraverso il Po e quindi, risalito l'Adige, fino a Mori. Servendosi di tronchi e numerosissimi buoi, le navi furono trascinate fino al lago, ora prosciugato, di Loppio. Con lo stesso sistema i veneziani trasportarono la flotta a Nago, poi lungo il pendio fino a Torbole e quindi sul lago. La ciclopica impresa della Serenissima riuscì nel suo intento, tuttavia l'anno seguente la flotta veneziana venne distrutta."



“Nell’anno 1438, inviata dal doge Francesco Foscari della Serenissima Repubblica Veneta, parte da Venezia una flotta di Galee e barche da guerra. Raggiungeranno il Garda passando dai monti: la pianura è in mano all’esercito milanese al soldo di Filippo Maria Visconti, e per raggiungere ed aiutare l’assediata Brescia questa è l’unica, pur pazzesca, via da percorrere.
La flotta risale controcorrente il fiume Adige, combattendo ogni sorta di avversità: migliaia di braccia e funi tirano dalle vie degli zattieri, spingono con pertiche, argani, buoi e cavalli, più di duemila. 
I ponti vengono abbattuti per fare luogo al passaggio delle navi alberate e avanti fino a Verona. E poi su per la Chiusa fin quasi a Rovereto, con sudore e sangue, non dimenticando il “doveroso” saluto al famoso verone dov’è affacciata la bella Giulietta”

(LA MAGNIFICA INTRAPRESA di PaoloDomenico Malvinni)


“Con lui c'è un certo Nicolò Sorbolo, nativo di Creta; è lui a suggerirgli un'idea che sembrò allora perfino inconcepibile. Una trentina di navi da guerra, tra cui due galeoni e sei galere, navigarono da Venezia risalendo dalla foce tutto l'Adige fino nei pressi di Mori (vicino a Rovereto). Poi con carrucole e funi e impiegando 2000 buoi, le trascinarono per via terra fra i monti lungo la valle del Cameras fino al Passo san Giovanni, poi le calarono fra mille difficoltà fino a Torbole, sul lago, dove venne di nuovo approntata la flotta per fronteggiare quella ducale. Rimesse in acqua le navi, Colleoni le arma, e alcune con grosse travi le lega insieme e vi rizza un castelletto a difesa dell'intera flotta; salpa e inizia a costeggiare il lago”


Da ricordare infine, visto che vivo a Rovereto, che qui la Serenissima dominò dal 1416 al 1509, e che l’edificio religioso più importante è la Chiesa Arcipretale di San Marco, vicinissima alla Porta di San Marco, nel centro storico e pedonale cittadino.







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                                                                                      Silvano C.©


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