giovedì 17 aprile 2014

Frida e Tina



Frida - Vengo trapassata, quasi impalata, ho 18 anni, e potrei morire ora, dovrei morire ora, lacerata e dissanguata, ma mi aggrappo alla vita e scaccio la morte, perché lo voglio, senza neppure capire perché. E voglio dipingere, prendendo me come soggetto. Il motivo? Sono immobilizzata, e dipingo come una pazza, mi scavo dentro, con più violenza quasi di quel metallo che voleva uccidermi senza riuscirci.



Tina - Ho solo due anni e sono già emigrante, in Austria, lasciando la mia Udine, ma poi torno, zio Pietro mi insegna a fotografare, e mi piace da morire.
Poi emigro sul serio, incontro Robo, mi sposo con lui e vado a vivere a Los Angeles, negli Stati Uniti, la terra del Capitalismo.


Frida Kahlo e Diego Rivera
Frida - Diego è un rospo ed un donnaiolo, l’ho preso in giro da ragazzina, ma lui dipinge murales ed è rispettato e criticato, io gli mostro i miei lavori, quando finalmente posso camminare, e lui resta colpito. Non ricorda forse chi ero, lo colpiscono le mie sopracciglia, credo, lo amo e lo odio, è capace di capirmi più di quanto io stessa possa fare, ma è un egoista che non cambierà mai. 
Tina Modotti, ritratta da Diego Rivera


Tina - Provo a fare l’attrice, ma è solo una delusione, e con Bobo le cose non funzionano più. Incontro Edward, andiamo a vivere in Messico. Lì tutto è vita, azione, e rivoluzione. Viva il comunismo. Conosco Diego, poso per lui e mi lascio sedurre. È brutto ma è unico, è un genio. Divento sempre più brava a far fotografie, e ottengo un grosso successo in una mia esposizione, al Palacio de Minerìa. 

Pan American Unity, City College di San Francisco, di Diego Rivera
Frida - Sono nata l’anno della rivoluzione, qui in Messico, perché tutto inizia in quel momento, e sono comunista, perché lo è Diego, che non solo si iscrisse al partito, ma lo fondò. E poi, quando difese le posizioni di Trockij in contrasto con quelle di Stalin, invitandolo nella nostra patria, si autoespulse dal partito e accettò di essere criticato dai compagni che prima lo osannavano. Con Lev ci sono stata, per un po’, poi mi sono stancata. Io ho amato tanti, uomini e donne. La vita mi rubato la possibilità di generare la vita, ma io l’ho vissuta.

Tina - Io e Frida diventiamo amiche. Siamo due comuniste inseparabili, e questo mi consola in parte della fine della mia storia con Edward. Protestiamo per quanto succede a Sacco e Vanzetti, e conosco Vittorio, un vero rivoluzionario, ma il mio compagno è Julio Antonio, lui è l’amore della mia vita. E me lo uccidono sotto gli occhi. Poi iniziano a perseguitarmi, e fuggo dal Messico con Vittorio. Tutto è finito. Frida e Diego sono due traditori che stanno con Trockij. Non li vedrò più.
Frida Kahlo e Diego Rivera.Marcia col sindacato artisti 1 Maggio 1929.Mexico City

Frida - Diego è andato a letto anche con Tina, lo so, ma lei è mia amica, e niente ci potrà mai separare. Ci ha anche fotografati assieme, io e Diego, e lui l’ha ritratta, perché lei è pure attrice e modella, non solo fotografa. Io non sono gelosa, e lo sono da morire.

Tina - Andiamo in Spagna, a combattere contro Franco, poi, riusciamo a tornare in Messico, e qui, poco dopo, tutto finisce.


L'uomo all'incrocio è uno dei più famosi murales di Diego Rivera
Frida - Tina non ci vuole più vedere, siamo dei traditori della causa e del comunismo. Ma io non sono mai cambiata, sono sempre la stessa, e il popolo non conta di meno, per me, solo perché lei lo pensa.



Comunisti contro comunisti, in un groviglio inestricabile di accuse reciproche e di sospetti, di prese nette di posizione a favore di una linea che non è mai una sola, mentre Trockij viene assassinato e Pablo Neruda scrive una poesia per Tina Modotti.


« Tina Modotti hermana,
no duermes no, no duermes
tal vez tu corazon
oye crecer la rosa
de ayer la ultima rosa
de ayer la nueva rosa
descansa dulcemente hermana.

Puro es tu dulce nombre
pura es tu fragil vida
de abeja sombra fuego
nieve silencio espuma
de acero linea polen
se construyo tu ferrea
tu delgada estructura »
(Epitaffio dedicato a Tina Modotti da P. Neruda)


 

Pino Cacucci scrive un libro: “Viva la vida!”, nel quale, sotto forma di monologo narrato in prima persona, racconta la vita di Frida Kahlo




                                                                        Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

2 commenti:

  1. Avevo letto qualcosa di Trockij e della tragica fine per mano di un sicario.Ma di Frida Kalho e Tina Modotti niente ero al buio. Ho fatto una ricerca frettolosa su wikipedia e mi sono stupito non poco di quanta storia ci sia attorno ai personaggi del tuo articolo.Diego Rivera e i suoi murales a noi giovani sessantottini i compagni dell'ex PCI devono avercelo nascosto insieme a Trockij,di cui si parlava pochissimo.Mi hai fornito una traccia su cui spassionatamente mi aggiornerò.ps Originale l'impostazione e la presentazione del tuo scritto,mi incoraggi a proseguire se pur a tentoni dato i miei numerosi limiti.

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    1. Io sono partito dal libro che ho citato nel post, l'ho rielaborato ed usato quando faccio parlare Frida, poi ho ricordato una mostra su Tina vista moltissimi anni fa a Carpi, (Mo), e incuriosito ho fatto ricerche a mia volta, mettendo assieme pezzi di verità storica e un pò di fantasia, tutto trasferito poi in pensieri immaginari di queste due grandi donne. Il resto è frutto di un mio bisogno profondo a livello politico di unità della sinistra. Silvano

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