giovedì 24 aprile 2014

corrispondenza univoca


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Inventa interessi, si scopre artista e poeta, fotografo e scrittore, artigiano e cuoco. Per non essere solo, per avere una parola o un sorriso, magari rubato o falso, magari concesso solo per pietà.

Se il sesso chiama rabbioso la vergogna non si fa vedere e tutto diventa lecito, o quasi tutto. Solo con la maturità capisce che è la condivisione la soluzione, ma anche quella è una lenta conquista. È una battaglia che a volte vince, mai la guerra.

Cede, si presenta, si mostra ed è disponibile, e lo fa senza capirlo, è naturale farlo, quindi non gli costa assolutamente nulla. Non c’è alcun perché, alcuna spiegazione da chiedere o da dare. E nessun ringraziamento, solo il ricordo.

La nuova vita annulla anni di dolore e di inutilità, li giustifica e li spiega. Le frasi fatte e l’ovvio sembrano meno banali, anche se non sono mai mutati nei millenni. Quanto dura? Non per sempre, ma mutando rimane eterno.

Un desiderio soddisfatto, senza paura di cadere nella disperazione dopo aver ceduto. Un distacco formale, invece, quando si arriva a inutile sfoggio e schiavitù, possibilmente senza mai perdere di vista l’essenziale.

Stremato, alla fine, senza parole né energie residue, deve mangiare a tutti costi, riempire quel vuoto fisico, colmare sublimando e realizzando. Poi, calmato il bisogno, mutato l’umore, diventa un’altra persona, irriconoscibile, e lui stesso si pente, quando capisce gli errori stupidi dovuti solo ad un bisogno fisico che non ha dominato.

Praticamente vuole l’impossibile, e si prepara ad ogni evenienza. O almeno desidera. Vorrebbe l’ombrello se piove, l’aspirina per il mal di testa, quei risparmi nel caso di un imprevisto, e lo stesso posto ritrovato come quando lo ha lasciato. Anche le persone vorrebbe immutabili, ma queste ha dovuto accettare che cambino.

Non c’è ma è nell’aria che lo attende, pesante come quella che precede un temporale. Proiezione dei nostri figli, non più nostro, quindi, perché noi siamo ora, nel presente, e possiamo ricordare, vivere o, nel caso, immaginare.

Amiche della notte, spesso, e amanti poco tenere. Io non vi aspetto ma voi venite, a vostro giudizio, a tenermi compagnia. Non è come evocare fantasmi, che hanno umanità, è altro. Previsione o conclusione, la cosa peggiore è il non sapere (o il sapere troppo).

“Mi sembra ieri”, dici, ed era in una vita precedente, un altro anello dei tanti. Ritrovare chi hai perso da tempo ed essere ancora gli stessi, per nulla mutati, almeno in alcuni momenti magici. Poi, da vari segnali, avverti che tutto è invece diverso, e devi solo accettarlo.


Ecco, ho tentato un gioco. Mi sono assegnato 10 parole, e le ho declinate in poche righe. Ore te le scrivo, ovviamente non in ordine, e se vuoi gioca pure tu:

Paure . Amore . Fame . Vecchiaia . Futuro . Solitudine . Sicurezza . Denaro . Amicizia. Sesso
Ovviamente non vinci nulla anche se indovini la sequenza esatta, ed io non intendo spiegartela.

                                                                        Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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