giovedì 26 dicembre 2013

Natale al club privè


 Sonia e Marcello decidono che tutto avverrà quella sera, dopo il pranzo di Natale a casa della madre di lei, con la sorella di Sonia ed il suo attuale improbabile compagno. Marcello, della famiglia, sopporta solo il suocero, è l’unico con una parvenza di normalità, ed è pure il più tranquillo e disponibile. La moglie invece si trova a suo agio anche con la sorella con la quale è in confidenza su tutto o quasi, ma sono entrambi d’accordo di non dire nulla delle loro intenzioni neppure a lei. Partiranno subito dopo lo scambio tradizionale di doni, verso le quattro del pomeriggio, diretti al locale trovato cercando in rete, poco oltre confine. Hanno già mandato una prenotazione via mail, come richiesto, e formalizzeranno l’iscrizione al loro arrivo. Pare non ci siano problemi e che sia una procedura abbastanza comune.
Quella mattina Sonia, controllando un’ultima volta il sito dell’Eve Club Privè, si è ritrovata una pubblicità invasiva che le ha bloccato l’accesso per più di un minuto. Un video dal titolo estremamente erotico: “Ravioli di cotechino e lenticchie: una ricetta originale per Natale”. Dopo i consigli culinari finalmente ha potuto inserire la pass ed accedere all’area soci. Si è guardata le foto e le descrizioni brevissime di quelli che probabilmente incontreranno durante la serata. A giudicare dalle sole fotografie e dalle età pubblicate saranno pochissime le coppie attorno alla quarantina, diversi sono uomini soli, non male ma sospetti, ed una coppia di donne dichiaratamente lesbo. Donne sole nessuna.

Il pranzo è interminabile, e la discussione sopra le righe tra madre e sorella genera alcune tensioni esplosive subito disinnescate dallo suocero. Antipasti, primo, secondi, dolci e frutta, vini e spumanti, e poi la tavola sgomberata dalle posate e dalla tovaglia per il rito dei regali. Decine di pacchetti, fiocchi e bigliettini che ognuno recupera o dalle stanze del piano sopra o dalle borse nell’ingresso. Poi i pacchetti vengono aperti. Calze di lana, sciarpe e libri. Confezione di tè aromatici, vari dvd e un paio di ciabatte. Una confezione gigante di cioccolatini belgi ed una bottiglia di amaro delle Alpi a 65°. Un trapano, presine da cucina e guanti di pelle. Una stecca di sigarette, qualche piccolo oggettino di argento e una vacanza prepagata. Poi, alla fine i saluti, lunghi pure quelli, e Sonia e Marcello salgono in auto dopo aver messo i pacchetti con i regali nel bagagliaio, assieme alle loro borse che fanno attenzione a tener nascoste.

Lui le chiede: “Sei sicura? Se non vuoi siamo ancora in grado di lasciar perdere tutto.” 
“No, abbiamo deciso. Ora andiamo, senza correre. Abbiamo tutto il tempo.”
Il viaggio è lungo, ma hanno diverse ore.

Mentre la strada scorre davanti ai loro occhi non sentono il bisogno di parlare, quasi per paura di rompere una sorta di attesa segreta. Malgrado quello che si sono detti i giorni scorsi entrambi coltivano con aspettative diverse quello che li aspetta. Riflettono forse sul come sono arrivati a quel punto dopo oltre 15 anni tra convivenza e matrimonio, senza figli, o si immaginano già sul posto, in un misto di paura ed eccitazione.

Nessuno del loro giro, per quanto ne sanno, ha mai fatto nulla del genere, e in ogni caso sperano vivamente di non incontrare persone in grado di riconoscerli. Hanno verificato di non aver nulla di visibile sull’auto che possa svelare da che provincia italiana vengono. L’anonimato aggiunge motivi per osare, per essere diversi, trasgressivi, ed è fondamentale.
Lui desidera provare una nuova esperienza e ravvivare la loro relazione, lei vuole recuperare un rapporto in crisi da tempo, ma entrambi sono molto curiosi, dopo aver fantasticato per mesi ed aver infine preso la decisione.

Una sosta tecnica subito dopo la frontiera in una stazione di servizio permette alla coppia di cambiarsi per la serata, o la nottata, non sanno ancora.

Lui ora indossa un abito elegante nero, quello comprato per il matrimonio di un cugino solo tre settimane prima. Si sente un po’ ridicolo, e non è sicuro di essere vestito giusto per l’occasione, ma non ha modo di saperlo se non quando vedrà come sono vestiti gli altri ospiti del club.  Lei indossa un abito corto, nero, attillato. Scarpe ed accessori li ha scelti con cura per essere provocante senza aver l’aria di una escort. Lui ha il fisico un po’ appesantito dal lavoro, dal cibo e dalla mancanza di sport mentre lei sembra una ragazzina, e la palestra che frequenta tre volte in settimana l’ha mantenuta in forma. Sono una bella coppia, niente da dire.

Cenano in un ristorante tipico, luci basse, non con vero appetito ma con lo scopo di far arrivare l’ora giusta per arrivare al club, ormai a pochi chilometri. Hanno volutamente bevuto un po’ più del necessario, per vincere le ultime paure, ed ora suonano al campanello della villetta circondata da un ampio parcheggio con le insegne discrete solo sulla porta. Lui ha indossato il cappotto appoggiato aperto sull’abito. Lei ha messo invece una giacca di pelle, e sente un po’ di freddo. Entrano, vengono fatti accomodare in uno spoglio ingresso e poi in un piccolo ufficio rivestito di legno dove consegnano documenti e pagano la non indifferente quota di iscrizione ricevendo in cambio due tessere dorate. Nell’aria un profumo forte, come di cera bruciata, o essenze orientali.

Le formalità si esauriscono in pochi minuti, imboccano un
corto corridoio ed in fondo una ragazza con l’aria di una segretaria dal trucco pesante prima prende il cappotto e la giacca per appenderli nel guardaroba e poi scosta una tenda ed indica una scala che scende. Lui, davanti, affronta le scale lentamente, mentre arriva dal basso musica in sottofondo e nella sala che si inizia a scorgere si vedono alcune persone parlare, sedute su divani e poltroncine.

Lei prova una prima sensazione di trovarsi nel posto sbagliato quando vede occhi che la inchiodano e la spogliano sul posto, si gira verso di lui, ma trova un’espressione che non conosceva sul suo viso mentre si guarda attorno a cercare prede femminili. Un uomo calvo e muscoloso, di età indefinibile ma solo, si avvicina subito a loro e chiede se la signora desidera compagnia. Dopo, forse, per ora si guardano attorno, grazie.

L’odore di sudore e di eccitazione impregna l’atmosfera. Dalla sala principale si accede a vari ambienti più piccoli, ed ovunque gruppi di persone sembrano intenti a giochi erotici più o meno espliciti. Ci sono diversi uomini soli, e poche donne, alcune delle quali sembrano professioniste e non hanno l’aria di far parte di una coppia.

Una mano la tocca inequivocabilmente mentre Sonia entra col marito in una di queste piccole stanze dove, su un letto circondato da una decina di persone, una coppia si esibisce.
Marcello è attratto dallo spettacolo e tenta di coinvolgere la moglie, ma lei gli chiede di allontanarsi, non si sente più a suo agio.

Lui non capisce, le dice di aver pazienza, hanno fatto tanta strada ed ora lui vuole almeno vedere. Sonia si fa consegnare le chiavi dell’auto, e gli dice che uscirà ad aspettarlo fuori. Lui resti pure quanto desidera.

Ripercorrendo gli ambienti da sola si sente al centro dell’attenzione, ma ora si chiede cosa l’ha convinta a venire in quel posto, e come è arrivata al punto di immaginarsi fare sesso con altre persone sconosciute. È una fantasia che ogni tanto ha avuto, certo, non è mai stata una santa, ma in quel modo e con quella gente tutto le sembra squallido, schifoso, sporco. È veloce e nessuno riesce più ad avvicinarla prima che risalga le scale. Dice due parole di convenienza alla donna che trova accanto alla tenda, riprende la sua giacca ed esce nel parcheggio.

Quando Sonia si siede in auto e guarda l’orologio è quasi l’una. Attorno non si muove nulla. Spegne ogni luce, chiude le portiere ed aspetta. Marcello torna che sono quasi le quattro di mattina del giorno di Santo Stefano, e lei si rende conto lucidamente che quello appena trascorso è stato l’ultimo Natale passato col marito.   
                                                                                                  Silvano C.©

( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

2 commenti:

  1. Non so come si possa arrivare a decidere di vivere simili e squallidi momenti.
    Vuol dire che erano finiti molto prima.
    Credo sia una delle cose più squallide che la mente umana possa pretendere e rendere complice un altro essere umano....
    Menfino

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    Risposte
    1. io, Menfino, sono più portato ad accettare ogni scelta condivisa e maturata tra adulti consenzienti. qualsiasi scelta, che non sia però sopruso o violenza imposta, o che preveda reati (mentre dei peccati, sinceramente, non mi interessa nulla), quindi non esprimo giudizi sulle scelta che queste due persone hanno fatto, e non parlo di squallore. non ci vedo squallore, ma solo ricerca, dolore, solitudine, voglia di amore, insoddisfazione e tentativo di affermazione o di sperimenare. ci vedo pure curiosità, ed una iniziale complicità, forse dettata da amore e desiderio di stare vicini, anzi, sicuramente anche da quello. cioè tentativo di salvare qualche cosa. poi, ad un certo punto, l'equilibrio si è rotto. forse per te era prevedibile, forse per me no, forse io non ho fatto questo tipo di esperienze, come neppure tu, ma l'umanità che cerca mi fa scattare sempre prima di tutto il rispetto. l'uomo non aveva intenzione di tradire la moglie, ma l'ha coinvoltta. non è andato da prostitute (o almeno non è noto) senza dirlo a lei, e neppure ha cercato altre donne, senza che lei lo sapesse...si è rotto il loro rapporto di fiducia comunque, in quel momento, secondo me (secondo te prima) non so chi ha ragione tra noi due. spero semplicemente che, dopo questa esperienza, entrambi sappiano andare avanti. toccare il fondo a volte non è morire, ma è solo toccare il fondo. poi si può risalire in superficie, oppure, in altri casi, si annega...Silvano

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